Dopo una lunga attesa, Activision e Bungie hanno finalmente deciso di effettuare il grande salto e lanciare Destiny 2 anche su PC, in una mossa che può sembrare praticamente naturale ma potrebbe celare anche degli elementi critici. Ha fatto alquanto discutere una previsione pubblicata oggi da parte della compagnia SuperData, secondo la quale l'arrivo del gioco su piattaforma Windows equivarrebbe a un enorme successo per Activision, proiettando addirittura tre milioni di copie vendute nei primi tre mesi su PC in base a vari algoritmi utilizzati per comparare le potenziali vendite di un gioco del genere su tale piattaforma.
Destiny ha in effetti molte caratteristiche che lo rendono un gioco perfetto nel contesto PC: il suo essere completamente appoggiato a una piattaforma online, il multiplayer ben organizzato e il supporto continuativo sono tutti elementi che appartengono ormai da parecchio tempo al panorama videoludico su Windows, tuttavia permangono dei dubbi sia su un approdo così tardivo di una serie ormai affermatasi altrove che su certi elementi intrinseci nella struttura del gioco. Iniziare un'esperienza così fortemente incentrata sulla forza della community e sull'esistenza già di una storia ben sedimentata partendo direttamente dal secondo capitolo è già piuttosto strano, e la probabile impossibilità di trasferire salvataggi e progressi da console a PC restringe alquanto il campo di utenza potenziale della versione PC. Altro elemento di importanza non del tutto secondaria è quella certa avversione che sembra caratterizzare il popolo PCista nei confronti di Destiny, protagonista di una sorta di tradimento originale fin dal lancio del primo capitolo e da allora sempre denigrato dalla "master race" per vari motivi, molti dei quali decisamente pretestuosi ma alcuni anche sensati, quando non condivisibili.
Il costo previsto per il gioco e per le numerose espansioni che verranno pubblicate potrebbe rappresentare un deterrente, forse, in un ambiente ormai abituato ad altre tipologie di costi e business sul fronte dei giochi principalmente online (MMO e non solo), settore ben più florido su PC rispetto alle console, mentre il rapporto di esclusiva per i numerosi contenuti legati alle piattaforme PlayStation non mancherà di suscitare parecchi malumori. Al di là di questi aspetti economico-strategici, sul fronte pratico uno sparatutto da sempre progettato per funzionare console si porta dietro aspetti che devono essere valutati con cura. Destiny, come i giochi Bungie in generale, è stato spesso celebrato per il suo ottimo "gunplay", ma questo dovrà essere rivisto e corretto su PC, in previsione del cambio di interfaccia e della possibilità di giocare con frame-rate sbloccato. Potrebbe portare anche ad evidenti sbilanciamenti nelle sezioni PvE più impegnative (come i Raid), richiedendo probabilmente un sistema di aggiornamento e bilanciamento separato tra PC e console per non incappare in alcune incongruenze, come ha dimostrato di recente anche The Division.
Tutto questo, ovviamente, al netto degli eventuali e probabili problemi di contenimento e gestione dei cheater ed expolit più o meno irregolari che potrebbero diffondersi a macchia d'olio su PC se non venisse predisposto un accurato controllo specifico, in ogni caso sono tutti problemi che suggeriscono la sostanziale improbabilità di un multiplayer cross-platform. Trattata dunque da prodotto a sé stante, la versione PC di Destiny 2 dovrà dunque dimostrarsi all'altezza di una notevole e agguerrita concorrenza sul fronte MMO/FPS/RPG e adeguarsi a un supporto continuativo di livello superiore, come quello offerto dai titoli Blizzard con cui condividerà peraltro anche il Launcher, per poter raggiungere quel successo prospettato da SuperData. Il carisma indubbiamente c'è, il gameplay di base pure, e forse l'eventuale vicinanza con la piattaforma Blizzard potrebbe portare anche interessanti sorprese sul fronte delle iniziative in cross-over, chissà.