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Secondo uno studio, i "giochi come servizio" hanno triplicato il valore dell'industria videoludica

I risultati sul mercato sembrano dar ragione ai nuovi trend dell'industria

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   11/10/2017

Ci siamo chiesti più volte se il nuovo trend dei "giochi come servizio" sia destinato a soppiantare le vecchie abitudini in termini videoludici, e a quanto pare almeno dal punto di vista del business il cambio potrebbe essere positivo.

Secondo quanto riportato da un approfondimento da parte di Digital River, una compagnia d'analisi di mercato, il nuovo sistema di monetizzazione applicato ai videogiochi ha portato a triplicare il volume di affari dell'industria. "Questo non si applica solo ai titoli free-to-play", si legge nel report, "Nel 2016, un quarto di tutti i ricavi in digitale per i giochi PC venduti con un prezzo stabilito sono arrivati dai contenuti aggiuntivi".

Questo significa che il sistema funziona, dal punto di vista dei produttori, e che gli utenti sono ben disposti a spendere per i contenuti aggiuntivi: "I consumatori sono meno propensi a spendere 60 dollari per un gioco in scatola e tendono invece a scegliere titoli che garantiscano un flusso costante di nuovi contenuti", si legge nel report. "I publisher hanno adottato questo modello con i giochi come servizio, pubblicando meno titoli nel corso del tempo ma mantenendo i giocatori impegnati più a lungo sugli stessi attraverso aggiornamenti e aggiunte a cadenza regolare".

Secondo lo studio, questo cambiamento nei metodi di spesa porterebbe a una crescita nel ricavo per utente più veloce del doppio rispetto ad altre tipologie di business sul mercato. I giochi in digitale dovrebbero raggiungere i 96,5 miliardi di dollari quest'anno, con una crescita del 10% rispetto all'anno precedente e ci si aspetta che raggiungano i 123,5 miliardi di dollari nel 2020. Un nostro recente Speciale a cura di Simone Tagliaferri ha analizzato pro e contro dei giochi come servizio.