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Sfide e difficoltà non sembrano arrestare l’ascesa delle terze parti su Switch. Cosa augurarsi per il 2018?

Da DOOM a Wolfenstein II: The New Colossus, dall'esperimento riuscito di Mario + Rabbids: Kingdom Battle al supporto degli studi indipendenti, il cambio di rotta di Nintendo lascia ben sperare in ottica futura

NOTIZIA di Davide Spotti   —   23/10/2017

In questi mesi sono sempre più numerosi gli sviluppatori third party che hanno deciso di interfacciarsi con Nintendo Switch. Stimolati dagli ottimi risultati di vendita che la console sta registrando sia in Giappone che in occidente, molte di queste realtà sono alla finestra per capire in quale direzione muoversi, altre invece hanno già iniziato a fare la loro parte senza indugiare oltre. Come non ci stancheremo mai di ripetere, la prospettiva di usufruire di vari titoli di rilievo provenienti dall'esterno, è un biglietto da visita importante per Nintendo ed è anche il miglior modo di raggiungere un target di pubblico più ampio e variegato.

Alcuni publisher stanno già dimostrando di credere nella nuova strategia della casa di Kyoto. 2K ha lanciato NBA 2K18 a cui presto farà seguito anche WWE 2K18, nel frattempo l'edizione custom di FIFA 18 ha ricevuto buoni riscontri iniziali e potrebbe essere solo il primo tassello apposto da Electronic Arts sulla piattaforma . Vale poi la pena nominare Rockstar, che ha scelto di portare pure su Switch l'edizione rimasterizzata di L.A. Noire. Prossimamente ci sarà spazio per Rocket League, che sulle altre piattaforme ha ottenuto numeri da capogiro, ma potrebbero arrivare anche altri titoli interessanti come Furi, Salt and Sanctuary e forma.8, solo per citarne alcuni.

Sfide e difficoltà non sembrano arrestare l’ascesa delle terze parti su Switch. Cosa augurarsi per il 2018?

E poi ovviamente c'è Bethesda, che con le conversioni di DOOM e Wolfenstein II: The New Colossus sta facendo parlare molto di sé e sembra voler dimostrare, grazie alle flessibilità vantata dal motore grafico id Tech 6, di non dover scendere troppo a compromessi con le limitate caratteristiche hardware della console ibrida di Nintendo.Per risultare appetibili su Switch, i titoli delle terze parti devono quindi garantire un soddisfacente compromesso dal punto di vista tecnico, cavalcando la portabilità come ulteriore valore aggiunto rispetto alle altre controparti. Le problematiche non mancano, basti ricordare le difficoltà affrontate da Tequila Works con RiME o le fresche dichiarazioni di Battle Panic sullo sviluppo della conversione di DOOM, ma ciò non impedirà di pervenire a risultati tangibili.

Ad ogni buon conto, il rapporto tra Nintendo e i titoli multipiattaforma passa tanto dalla riduzione di questi colli di bottiglia quanto dal miglioramento delle tempistiche di sviluppo. In ottica futura, l'obiettivo ideale sarebbe quello di allineare le date di lancio delle versioni per Switch a quelle pianificate per le altre piattaforme. In tal modo sussisterebbero maggiori opportunità di cavalcare l'interesse del momento e il passaparola tra gli utenti, anziché correre il rischio che nel frattempo l'attenzione si sposti altrove. I primi passi sono senz'altro promettenti, la strada appare ancora lunga ma la dirigenza di Nintendo sembra avere idee estremamente chiare: Switch necessita di più prodotti specificamente orientati a un pubblico adulto , quindi ben vengano gli shooter, i survival horror e via discorrendo.

Sfide e difficoltà non sembrano arrestare l’ascesa delle terze parti su Switch. Cosa augurarsi per il 2018?

C'è però un altro fattore da tenere in considerazione, un fattore che presumibilmente costituisce la carta più potente tra le mani di Nintendo, ovvero la creazione di altri titoli crossover. Mario + Rabbids: Kingdom Battle è stato un banco di prova di successo e un approccio del genere spiana la strada a sviluppi potenzialmente stuzzicanti. La partnership tra Nintendo e Ubisoft ha dato vita a una rilettura sui generis del mondo di Mario e dell'universo dei Rabbids, usufruendo di un tipo d'interazione che non trova corrispondenze in nessuno dei due brand.

Chiaramente si tratta di un'operazione dagli equilibri delicati, tuttavia la buona riuscita di questo primo tentativo potrebbe - anzi, dovrebbe - spianare la strada ad altri esperimenti coraggiosi. Dopotutto, pensandoci bene, le opportunità da sfruttare non mancherebbero affatto. Se giocata nel modo giusto, questa carta potrebbe assumere un valore importante per Switch, portandola a distinguersi ulteriormente rispetto alla concorrenza. In pieno stile Nintendo, del resto.

E voi che ne pensate? Le novità dell'ultimo periodo sono indice di un deciso rinnovamento strategico dalle parti di Kyoto? Fatecelo sapere nei commenti!