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I giocatori di Playerunknown's Battlegrounds sul piede di guerra: vogliono il blocco regionale della Cina per combattere i cheater

I cheater di Playerunknown's Battlegrounds sono un esercito

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   11/01/2018

Giusto ieri parlavamo dei troppi cheater cinesi di Playerunknown's Battlegrounds (con annessa accusa di razzismo). Bene, a quanto pare il fenomeno è più diffuso di quanto possa sembrare e moltissimi giocatori sono letteralmente sul piede di guerra.

La situazione si è infiammata sotto a un post di scuse di PUBG Corporation per i problemi di distribuzione della moneta di gioco, la BP, problemi iniziati post lancio della versione 1.0. Di base lo sviluppatore ha avvisato che sta compensando chi non ha ricevuto il dovuto, invitando ad aspettare nel caso le somme non vengano versate subito. Fin qui niente di strano, se non che il thread ha presto cambiato argomento e molti giocatori hanno iniziato a lamentarsi di un problema che percepiscono come più impellente, quello dei cheater cinesi.

Fossero pochi casi non ci sarebbe molto da dire, ma parliamo di centinaia di pagine di testimonianze, accuse, insulti di varia natura e, soprattutto, richieste di imporre il blocco regionale alla Cina, così da provare a ridurre il fenomeno, riportandolo magari allo stato precedente. È stata lanciata anche una petizione con tanto di hashtag dedicato, #RegionLockChina, che fa ben capire quanto sia sentita la questione.

Ma è vero che l'afflusso di giocatori cinesi ha fatto aumentare esponenzialmente anche i cheater? Difficile dirlo senza dati ufficiali, ma è indubbio che sono molti a ritenere la situazione peggiorata da quando è iniziato il loro afflusso.