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Prosegue la campagna di Chris Lee contro le casse premio: i lobbisti dell'industria videoludica balbettano di fronte alle domande

Una figura non proprio eccezionale

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   23/02/2018

Mentre qualcuno ha deciso di farci pagare dieci euro per uno slot di salvataggio in un gioco con prezzo premium, spingendo ancora di più la portata delle microtransazioni, prosegue la battaglia del politico Chris Lee dello stato delle Hawaii contro le casse premio. Più precisamente, Lee ne chiede la regolamentazione. Giusto recentemente sono state avanzate delle proposte di legge in materia. Il sistema americano prevede che le stesse siano discusse da tutti gli attori coinvolti, quindi non solo i politici, ma anche l'industria dei videogiochi stessa. Nel video sottostante possiamo vedere l'audizione di alcuni rappresentanti, inviati dall'ESA, che rispondono pubblicamente alle domande di Lee, non facendo proprio una grande figura (a nostro giudizio, ovviamente).

Di fatto non negano le accuse alle casse premio, in particolare quella di essere basate su sistemi simili al gioco d'azzardo, e dimostrano di non sapere moltissimo sulla materia e su come venga affrontata internazionalmente. In particolare mostrano di ignorare che in Cina c'è l'obbligo di mostrare le percentuali di vincita dei singoli premi, fatto ampiamente risaputo nel settore. Viene anche confermato che gli attuali sistemi di rating non prevedono l'indicazione sulle confezioni della presenza di Casse premio. Vediamo il video sottostante con tutte le domande e le risposte.