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Il governo inglese dibatte di Stop Killing Game, ma non farà nulla, tanto i videogiochi non sono mai stati vostri

La compagna Stop Killing Game è arrivata fino al parlamento inglese, diventando oggetto di dibattito ma senza produrre niente di concreto.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   10/11/2025
Una delle auto di The Crew

La scorsa settimana, il governo inglese ha tenuto un dibattito ufficiale sulla campagna Stop Killing Games, ma senza decidere alcunché. Si tratta di una campagna per i diritti dei consumatori che, in sostanza, chiede di trovare modi alternativi per continuare a giocare ai videogiochi online una volta che questi vengono chiusi o rimossi dai server, visto che gli utenti li hanno pagati.

Il sostegno online alla campagna è stato enorme, tanto da aver raccolto firme sufficienti a obbligare il Parlamento inglese a dibatterne, ma i risultati sono stati davvero modesti.

Un dibattito senza conseguenze

Il dibattito si è tenuto lunedì 3 novembre 2025, e molti membri del Parlamento si sono espressi a favore di Stop Killing Games, richiamando l'attenzione sull'importanza della conservazione dei videogiochi, della proprietà digitale e sul ruolo fondamentale del Regno Unito nell'industria videoludica mondiale.

Anthem è un altro gioco che svanirà dopo la chiusura dei server
Anthem è un altro gioco che svanirà dopo la chiusura dei server

Nonostante il dibattito, la posizione del governo è rimasta invariata: ritiene che introdurre piani di "fine vita" per i giochi online comporterebbe "conseguenze indesiderate e potenzialmente dannose", riferendosi in particolare all'aumento dei tempi di sviluppo e dei costi necessari per soddisfare le richieste della campagna.

Il capo di Borderlands commenta Stop Killing Games, dice che tutti moriremo e l'universo con noi Il capo di Borderlands commenta Stop Killing Games, dice che tutti moriremo e l'universo con noi

"I videogiochi online sono spesso servizi dinamici e interattivi, non prodotti statici, e mantenerli attivi richiede investimenti considerevoli per anni o addirittura decenni. I giochi sono oggi più complessi che mai da sviluppare e gestire, con i progetti più grandi che superano i budget dei film di Hollywood. Tutto ciò rende estremamente difficile implementare piani post-supporto per i videogiochi e rischia di creare conseguenze indesiderate sia per i giocatori che per le aziende."

Nel comunicato, il governo affronta anche il tema della proprietà dei giochi, sottolineando che essi sono sempre stati concessi in licenza agli utenti, e non venduti in senso stretto, ma ribadendo che dev'essere chiaro cosa il consumatore stia realmente acquistando.

"Sono stati sollevati punti riguardanti la legge sui consumatori e la proprietà. La legge britannica è molto chiara: le informazioni fornite ai consumatori devono essere accurate e trasparenti. Il governo ritiene che la legge funzioni, ma le aziende potrebbero dover comunicare meglio. È particolarmente importante, soprattutto nei casi in cui un progetto fallisce o un gioco viene ritirato poco dopo il lancio, che le informazioni fornite ai consumatori siano chiare e tempestive."