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Non i cosiddetti SJW ma forse un'associazione puritana di destra dietro la censura dei contenuti sessuali su Steam

Non tanto il femminismo ma il puritanesimo religioso come motore della nuova ondata di censure

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   19/05/2018

Si evolve la questione legata all'ondata di censura andata in scena in questi giorni su Steam e ancora in corso, con la scoperta di un interessante retroscena.

Di fronte a questa caccia al "porno" che è stata organizzata con solerzia da Valve tra i prodotti del catalogo di Steam in molti hanno accusato movimenti femministi o comunque appartenenti all'area dei cosiddetti "Social Justice Warrior" di aver promosso il tutto, ma in base a quanto emerso e riportato su Reddit sembra che la realtà sia alquanto diversa. Sembra che sia stato il gruppo NCOSE (National Center on Sexual Exploitation), precedentemente conosciuto come Morality in Media, a promuovere in qualche modo questa ondata "repressiva" sui contenuti sessuali nei titoli Steam. Il gruppo, fondato su principi religiosi affini al puritanesimo e conosciuto per la sua militanza nell'area politica di destra negli Stati Uniti, si è sempre interessato dell'argomento pornografia (o presunta tale), in particolare per quanto riguarda prodotti di largo consumo tra i giovani come i videogiochi ma anche serie televisive (tra queste la HBO è finita nel mirino per la produzione di Game of Thrones), con argomentazioni sempre legate all'utilizzo "deviato" di contenuti sessuali.

Non ci sono prove specifiche sui collegamenti tra l'iniziativa di Valve ed eventuali pressioni effettuate dal gruppo, ma il sito di NCOSE ha festeggiato l'iniziativa di Steam come una "vittoria" del gruppo. La nuova politica di Valve, si legge in un comunicato di NCOSE, "arriva dopo due anni di campagna aggressiva del National Center on Sexual Exploitation, che ha incluso Steam nella sua lista della Sporca Dozzina 2018 [una sorta di report annuale sui soggetti che si sono macchiati di produzione e diffusione di materiale "impuro" -ndR]". L'idea è dunque che il gruppo abbia agito come una sorta di lobby nel fare pressione su Steam, considerando anche il fatto che una recente campagna particolarmente attiva su questo fronte è stata avviata il 10 maggio, vicina all'inizio della nuova ondata di censure su Steam, anche se non ci sono prove concrete a sostenere questa tesi, per il momento.