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Per GTA V è ancora presto, dice Rockstar

Bisogna reinventare un mondo

NOTIZIA di Ludovica Lagomarsino   —   16/11/2009

Dan Houser, co-presidente di Rockstar Games, ha spiegato nel corso di un'intervista che sia sostanzialmente ancora presto per poter pensare ad un Grand Theft Auto V, considerato che ci sia un mucchio di lavoro da fare prima di poter andare in pre-sviluppo. Ed il lavoro più importante è sostanzialmente quello della strutturazione dell'ambientazione principale e dei personaggi chiave del gioco. "Penseremo prima ad una città e poi ai personaggi" spiega Houser, come d'altra parte logica insegna. Sarà il personaggio principale a dover essere plasmato con la sua storia in funzione dell'ambiente nel quale sarà inserito, e non il contrario.
Houser parla anche delle polemiche relative alla vicenda del lungo ban di Manhunt 2 in Inghilterra: "Non si è trattata di una buona situazione. Quando un gioco viene bannato, significa che non abbiamo svolto bene il nostro primo compito, di fare in modo che gli investitori possano riavere i propri capitali." Houser non manca di esternare la propria opinione rispetto alla teoria dell'influenza sullo sviluppo di comportamenti violenti giovanili da parte dei videogiochi, sottolineando che secondo lui questi ultimi siano facili bersagli, anche a causa della loro popolarità. E non manca di sottolineare che nessuno abbia mai detto che i giochi siano per tutti: GTA ha un rating +18 e di questo Rockstar si è sempre ritenuta soddisfatta ed in accordo. Resta la frustrazione da "capro espiatorio", lascia tuttavia intendere Houser, soprattutto quando vede bannato un gioco come Manhunt e distribuito, ad una settimana di distanza, un film come Saw.

Per GTA V è ancora presto, dice Rockstar