Dear Esther, prima che una delle mod più interessanti tra quelle appartenenti al vasto universo scaturito da Half-Life 2, rappresenta un'esperienza video-ludica di grande intensità, un vero e proprio esperimento di poetica interattiva basata su questo particolare medium ibrido su cui ci troviamo a giocare.
Sviluppato originariamente nel 2007 da Dan Pinchbeck e TheChineseRoom presso la University of Portsmouth come parte di un progetto dell'Arts & Humanities Research Council, il particolare software ha vinto diversi riconoscimenti come Indiecade 2009 e Mod of the Year 2010. Si tratta, in sostanza, di un gioco d'esplorazione ambientato in un'isola deserta, qualcosa di profondamente diverso da un FPS, legato ad Half-Life 2 semplicemente dall'utilizzo dell'engine Source. "Un dipinto o una storia interattiva", la descrive Robert Briscoe, ex-sviluppatore di DICE ed autore del nuovo remake, "raccontata attraverso gli occhi di un uomo morente imbarcato in un viaggio alla ricerca della pace per la sua mente tormentata".
Il progetto è stato raccolto nuovamente da Briscoe ed ulteriormente ampliato, profondamente modificato dal punto di vista grafico con l'utilizzo delle ultime evoluzioni apportate al motore Source e fondamente ri-costruito con la collaborazione dell'autore originale Dan Pinchbeck. Il risultato è un prodotto completo che Valve ha accettato subito di distribuire attraverso Steam come gioco stand alone vero e proprio: Dear Esther, nella sua nuova versione, arriverà dunque sul digital delivery di Valve questa estate.
Fonte: Dear-Esther.com