Sì, la misteriosa intrusione nel PSN è stata risolta brillantemente da Sony, che è riuscita a riprendersi tutti i videogiocatori grazie all'ottimo programma di welcome back.
Sì, gran parte della colpa di tutta la faccenda è di quelli che i dati li hanno rubati, non certo di chi ha subito il furto.
Però sono in molti a non aver preso bene il mese di down del PSN. Anzi, alcuni si sono inferociti a tal punto da aver deciso di portare la multinazionale giapponese in tribunale.
Le class action aperte contro Sony per i fatti di Aprile e Maggio sono ben 55, numero che la rende la multinazionale più perseguitata dell'universo, oltre che vittima di un complotto dei giudici... ahem, no, questa è un'altra storia.
La maggior parte delle cause nasce da utenti infuriati, i quali secondo noi difficilmente riusciranno a dimostrare di essere stati danneggiati economicamente, fisicamente o psicologicamente dal mese di cessazione del servizio (anche se va detto che ogni processo farà storia a sé).
Tra tutte, la causa più seria è quella intentata da Zurich American, compagnia di assicurazioni che non vuole risarcire Sony per i danni subiti, ammontanti a 200milioni di dollari. Zurich afferma che la polizza sottoscritta dalla società copre solo i danni fisici alle cose e ai dipendenti, non gli attacchi hacker. Chi la spunterà? L'unica cosa certa è che gli assicuratori sono molto più pericolosi e spietati degli hacker, su questo non ci sono dubbi.
Fonte: Kotaku