La storia di DOTA ("Defense of the Ancients") è piuttosto particolare: si tratta di una mod creata da utenti - in particolare colui che si fa chiamare IceFrog - in via amatoriale, basata su Warcraft III.
E' stato talmente grande il successo di tale mod da conferirle una sorta di vita propria, identificando DOTA come un vero e proprio gioco a parte rispetto al celebre RTS di Blizzard, tanto da farla proseguire su una strada propria. Valve ha infatti annunciato da tempo lo sviluppo di DOTA 2, creato dai medesimi autori dell'originale, solo che in questo caso si tratta di un gioco a parte, costruito su engine Source.
Da parte sua, Blizzard sta sviluppando un suo DOTA, una mod gratuita di StarCraft che ricorda da vicino le meccaniche dell'originale DOTA. Il problema si è venuto a creare intorno al nome: Valve ha deciso di registrare sotto la propria compagnia il marchio DOTA, in modo da dare un senso al nome DOTA 2, identificandolo come seguito di quello specifico gioco divenuto indipendente, non più mod di Warcraft. La cosa non è piaciuta molto a Blizzard, che tuttavia ha visto suggellare dall'ufficio brevetti americano l'idea di Valve. Invece di dichiarare guerra a testa bassa, Blizzard ha però deciso di pensarci un po' su, ma non tanto da rischiare di ritardare l'uscita del suo DOTA. Quest'ultimo, mod di StarCraft II, dovrebbe uscire in corrispondenza del nuovo capitolo della serie, Heart of the Swarm e Blizzard ha dichiarato che preferirà eventualmente cambiare il nome alla mod piuttosto che incappare in cavilli legali che potrebbero bloccarne l'uscita.
Fonte: Eurogamer.net