La causa dei videogiocatori, o 'Gamers' Lawsuit', contro l'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft ha deciso di tornare alla carica per provare a fermare l'accordo per vie legali, nonostante sia già stata dismessa una volta dai giudici per la sua inconsistenza.
Intentata a dicembre 2022, la causa è stata bloccata a marzo 2023. Nel testo originale si affermava che l'acquisizione di Activision Blizzard creerebbe dei problemi di concorrenza, portando alla chiusura di studi concorrenti, a un aumento del prezzo dei giochi e alla diminuzione della concorrenza stessa. La giudice Jacqueline Scott Corley ha però respinto la causa, sostenendo l'inconsistenza delle accuse, ma aprendo alla possibilità di ripresentarla in caso fossero emerse nuove prove e informazioni favorevoli all'accusa.
Così è stato: la causa dei "videogiocatori" è stata ripresentata, supportata da un documento di 73 pagine che i ricorrenti affermano includere nuove informazioni tratte da documenti provenienti da Microsoft e da fonti di Sony, quest'ultima la maggiore oppositrice alla fusione.
Microsoft ha risposto al riproporsi della causa affermando che contiene accuse non supportate dai fatti e implausibili riguardanti gli effetti dell'acquisizione sul mercato. Gli avvocati di Microsoft hanno notato che i querelanti hanno "aspettato undici mesi dall'annuncio della transazione per fare causa, quindi hanno sprecato diversi altri mesi per presentare un reclamo inverosimile."
Stando alle loro parole, quindi, non dovrebbe rappresentare alcun rischio per l'affare da 68,7 miliardi di dollari e la sua conclusione.