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Activision citata in giudizio per 680 milioni di dollari da due atleti professionisti

Due grandi nomi della scena competitiva di Call of Duty hanno citato in giudizio Activision con l'accusa di monopolio sulle competizioni eSport.

Activision citata in giudizio per 680 milioni di dollari da due atleti professionisti
NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   16/02/2024

Activision è stata citata in giudizio per 680 milioni di dollari da due grossi nomi di Call of Duty, Hector "H3CZ" Rodriguez e Seth "Scump" Abner, attivi nel settore eSport, con l'accusa di monopolio della scena competitiva. Stando al testo della denuncia, Activision avrebbe forzato i giocatori a unirsi al suo campionato, facendogli pagare una tassa d'iscrizione esorbitante e imponendogli di non monetizzare tramite sponsorizzazioni. Secondo quanto dichiarato dai querelanti, Activision non avrebbe consultato o chiesto l'approvazione dei giocatori per i cambiamenti di regole rispetto al passato.

Il nodo del contendere è sostanzialmente il modo in cui sono stati gestiti i tornei e organizzate le partite della Call of Duty League, manifestazione che ha sostituito la Call of Duty World League nel 2020.

La nuova organizzazione ha sostanzialmente assunto il formato della Overwatch League, monopolizzando la scena. Ai giocatori professionisti non sono state date alternative, tutte bloccate dalla compagnia, quindi ora cercano un risarcimento per i mancati introiti.

Scena eSport al collasso

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Secondo la denuncia, Activision terrebbe un controllo troppo serrato sulla scena professionistica di Call of Duty, arricchendosi dal lavoro dei giocatori, pretendendo 27,5 milioni di dollari per iscriversi al torne, per poi dare poco o nulla in cambio.

Non potendo monetizzare con le sponsorizzazioni, Rodriguez ha affermato che, per pagare l'iscrizione, la sua OpTic Gaming è dovuta scendere a patti con dei finanziatori che hanno preteso il 92,5% delle quote societarie della compagnia.

Inoltre, la mancanza di consulatazioni con le squadre di Call of Duty, ha costretto tutti ad accettare le regole imposte da Activision per poter produrre ricavi con le partite. Sostanzialmente, per l'accusa, Activision avrebbe sfruttato la passione dei giocatori per il suo popolare franchise senza far loro guadagnare nulla. Giocatori che ora vogliono essere risarciti per il tempo e gli sforzi fatti sui Call of Duty.

La causa è un altro chiodo sulla bara della scena eSport gestita da Activision, che ultimamente non se la passa per niente bene, tra licenziamenti interni, sponsor scappati a gambe levate e un calo generale del settore.