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Age of Empires 3: Definitive Edition non avrà rappresentazioni offensive dei nativi americani

Age of Empires 3: Definitive Edition contiene diversi miglioramenti e modifiche rispetto all'originale, tra le quali troviamo anche un'attenzione all'eliminazione delle rappresentazioni offensive dei nativi americani.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   20/09/2020

Age of Empires 3: Definitive Edition sarà particolarmente attento a evitare le rappresentazioni offensive di civiltà varie, anche grazie al lavoro svolto da alcuni consulenti che hanno cercato di rendere quanto più possibile realistica la rappresentazione di elementi tipici di diverse civiltà ma senza incappare in eccessivi stereotipi o esagerazioni offensive, in particolare per quanto riguardai nativi americani.

In un'interessante intervista pubblicata sul sito ufficiale di World's Edge, il team che si sta occupando dello sviluppo di Age of Empires 3: Definitive Edition, emerge come il lavoro effettuato dal consulente specializzato in tribù di nativi americani, Anthony Brave, abbia aiutato a eliminare la caratterizzazione spesso semplicistica e offensiva che emergeva nella versione originale di Age of Empires 3.

"Un obiettivo centrale in World's Edge è di rappresentare in maniera autentica le culture e i popoli che inseriamo all'interno dei nostri giochi. Sviluppando Age of Empires 3: Definitive Edition, ci siamo resi conto che non stavamo rappresentando al meglio delle possibilità la cultura dei nativi americani, dunque ci siamo impegnati per risolvere questo problema, lavorando direttamente con consulenti esperti di tribù in maniera da catturare in maniera rispettosa e accurata tutte le particolarità uniche di questi popoli, tra storia e cultura".

Uno dei problemi maggiori riscontrati da Brave sono stati i falò. Si tratta di strutture intorno alle quali danzano i personaggi e che possono donare dei boost ai guerrieri. "Sebbene io non creda che i creatori dell'originale intendessero recare offesa in alcun modo, il Fire Pit era in verità piuttosto offensivo per varie ragioni", ha spiegato Brave. "Mi ha colpito subito e ho pensato immediatamente a quei vecchi stereotipi dei nativi che danzano intorno al fuoco come selvaggi incontrollati. Nei primi contatti, i nativi americani non erano considerati umani dalle controparti occidentali, ma delle sorte di animali selvaggi senz'anima".

Tuttavia, come spiegato dall'esperto, "C'erano società solide, culture, strutture di governo, linguaggi, storie ed altro che certamente non erano cose selvagge. La dicotomia tra selvaggio e civile emergeva così da questa rappresentazione nel gioco: per i nativi americani, i guerrieri ottenevano i vantaggi attraverso una sorta di danza magica intorno al fuoco, per le civiltà occidentali invece i guerrieri incrementavano la potenza attraverso azioni molto più logiche e ordinate. Secondo Brave, questo non faceva che ripresentare la vecchia dicotomia tra civilizzazione e stato selvaggio.

In Age of Empires 3: Definitive Edition, dunque, i Fire Pit sono stati sostituiti dalla Community Plaza, un luogo maggiormente improntato su ricerca e lavoro per incrementare il potere delle unità. Le miniere sono state tolte dalla fazione dei nativi americani, perché considerata contraria alla cultura storica di questi, che vedevano l'attività mineraria come dannosa per la natura, sostituita dunque da un Tribal Marketplace dove guadagnare denaro con il commercio.

L'abilità Nature Friendship, che nell'originale si basata su una sorta di collegamento mistico tra uomo e animali, è stata modificata in modo da perdere un po' il suo alone di esotismo esagerato e inoltre sono stati anche modificati alcuni personaggi per evitare di cadere nelle rappresentazioni stereotipate. Di Age of Empires 3: Definitive Edition abbiamo visto infine data di uscita e trailer alla Gamescom 2020, in attesa di sapere qualcosa di più preciso sul nuovo Age of Empires 4.

Age Of Empire 3