Al posto di spendere i 500 euro in libri, concerti o musei migliaia di giovani hanno usato il Bonus Cultura per comprare PS4, videogiochi o smartphone. Non proprio l'obiettivo dell'iniziativa. La Guardia della Finanza, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ancona, ha portato alla luce una truffa da quasi 1 milione di euro grazie all'operazione "18APP".
Sono stati ben 2503 i neo diciottenni, residenti in 14 regioni italiane, che hanno fruito illegalmente dei questo bonus cultura. Sono stati aiutati da una società di Jesi gestita da una 72enne che ha coordinato le loro mosse e fornito delle false certificazioni. L'azienda, attiva nel settore del commercio al dettaglio di apparecchi elettronici, operava sia attraverso il punto vendita sia attraverso il sito internet. La società consentiva di aggirare la norma e spendere i 500 euro nella maniera preferita, che solitamente si traduceva nell'acquisto di prodotti elettronici quali PlayStation, smartphone, videocamere portatili e PC.
Grazie al passaparola e ai social, l'azienda avrebbe raggiunto ragazzi provenienti da 14 regioni diverse di Italia a spendere il loro bonus in maniera illecita: al posto di usare il bonus per comprare libri, musica digitale, biglietti per concerti, musei, mostre, fiere, spettacoli teatrali, cinema o concerti questa azienda consentiva loro di togliersi qualche sfizio.
Tra il 2017 e 2018, grazie a questa truffa, i responsabili avrebbero ricevuto indebitamente dallo stato 939.000 euro. Il legale rappresentante della società e il socio di 42 anni rischiano fino a tre anni di reclusione per reato d'indebita percezione di contributi erogati a soggetti privati ai danni dello Stato. Nei loro confronti sono state pure contestate sanzioni amministrative per un ammontare di oltre 500.000 euro.