Lars Wingefors, il capo di Embracer Group, ha paventato l'ipotesi di alzare il prezzo dei giochi dagli attuali 70 dollari per contrastare l'aumento dei costi di sviluppo, che sta strozzando il mercato tradizionale, che di suo sta subendo enormemente la concorrenza degli altri settori dell'industria. L'occasione per parlarne è stata un'intervista con Games Industry, in cui sono stati toccati diversi argomenti interessanti.
Wingefors ed Embracer Group sono spesso balzati agli onori delle cronache nell'ultimo anno per via di licenziamenti, della chiusura di numerosi studi e di progetti cancellati, causati da un mancato investimento nel gruppo da parte del fondo arabo, che lo ha lasciato scoperto finanziariamente.
Una soluzione inevitabile?
"Non sto dicendo che non si possa aumentare il prezzo, ma la realtà è che nessuno ci ha provato." Ha spiegato il CEO di Embracer, per poi aggiungere: "Se creassimo un enorme gioco di ruolo, ad esempio, con 100 o 150 ore di gameplay, molto curato e con un'esperienza unica, i consumatori sarebbero disposti a pagare di più? Se lo fossero, potenzialmente arriverebbero sul mercato più prodotti di questo tipo. Ma nessuno ci ha provato. È qualcosa di cui abbiamo discusso, ma al momento stiamo aderendo alle pratiche del settore. Sarà una singola azienda a provare ad aumentare i prezzi un giorno? Questo resta da vedere."
L'ultimo aumento di prezzo della fascia tripla A è avvenuto nel 2020, arrivando a 70$ / 80€ e diventando immediatamente oggetto di accese discussioni, cui si è via via sommata la questione dell'aumento incontrollato dei costi di sviluppo e la stagnazione del mercato stesso, con i giocatori che preferiscono rimanere incollati sempre agli stessi giochi, come Fortnite, Roblox o i Call of Duty. Embracer di suo ha lanciato diversi AA, molti dei quali hanno fatto flop, come i recenti Outcast: A New Beginning e Alone in the Dark, con quest'ultimo che è stato un grosso investimento che però non ha attratto abbastanza pubblico, come detto da Wingefors stesso.
"Credo che il settore dei videogiochi stia affrontando lo stesso problema di tutte le altre industrie, con l'inflazione e l'aumento dei costi di sviluppo." Ha continuato a spiegare "È stato difficile aumentare i prezzi dei prodotti premium per PC e console. Il prezzo di questi prodotti è rimasto lo stesso per molti anni, il che significa che il margine di guadagno è inferiore, e in aggiunta c'è un costo del capitale più alto. In definitiva, quando si fanno grandi investimenti o giochi, è necessario lavorare con team in cui si ha molta fiducia, o con proprietà intellettuali di cui si detiene il controllo per avere tutti i profitti finanziari.
Inoltre, i consumatori hanno a disposizione più contenuti che mai. Amano dedicarsi a proprietà intellettuali consolidate a cui hanno già giocato in passato, il che significa che è più difficile convincerli a provare cose nuove o nuove IP. È semplicemente una sfida che tutti noi stiamo affrontando. È una realtà a cui ci siamo adattati nell'ultimo anno, e continueremo ad adattarci."
Di fatto pare che Embracer non sia contraria all'aumento dei prezzi, ma sta aspettando che sia qualcun altro a fare il primo passo, magari Rockstar Games con GTA 6, per cui già si parla di un prezzo di vendita differente rispetto a quello standard, per via dell'imponenza della produzione. Del resto Strauss Zelnik, il CEO di Take-Two, l'editore del gioco, ha detto che secondo lui i prezzi dei giochi sono ancora troppo bassi rispetto a ciò che offrono.