Esattamente come successo in altri studi di PlayStation, Bungie ha licenziato una serie di dipendenti. Sony, insieme a molte altre compagnie del mondo tecnologico, sta licenziando personale un po' ovunque e anche lo sviluppatore ed editore di Destiny non ha potuto sottrarsi. L'informazione è arrivata in anteprima dal giornalista Jason Schreier, ma ora abbiamo anche un commento ufficiale da parte del CEO di Bungie, Pete Parsons.
Tramite il proprio account su X, Parsons ha scritto: "Oggi è un giorno triste per Bungie: diciamo addio a colleghi che hanno avuto un impatto significativo sul nostro studio. Il contributo di queste persone eccezionali ai nostri giochi e alla cultura di Bungie è stato enorme e continuerà a far parte di Bungie anche in futuro".
In un secondo post ha continuato affermando: "Si tratta di persone davvero talentuose. Se avete dei posti liberi, vi raccomando caldamente ognuno di loro."
Le critiche ai licenziamenti di Bungie
Ovviamente il pubblico non ha reagito positivamente a questi licenziamenti. Ad esempio, tra i primi commenti a Parsons possiamo leggere quello di @alex_frostwolf che commenta: "Il vostro capo dei social probabilmente avrebbe consigliato di non scrivere questo messaggio, lo avreste saputo se non lo aveste licenziato. Che vergogna.". @DestinyNostaLgi scrive invece in tono sarcastico: "Sono sicuro le tue gentili parole pagheranno le loro bollette".
Paul Tassi, giornalista di Forbes, sottolinea come questi licenziamenti siano un danno sotto tanti punti di vista: i dipendenti licenziati soffrono immediatamente, lo studio soffre perché perde gente di talento, i dipendenti non licenziati soffrono perché vedono amici licenziati in modo improvviso e la community perde fiducia in Destiny, nei futuri progetti e nella partnership con Sony.
Ovviamente facciamo i nostri migliori auguri ai dipendenti licenziati e speriamo che siano in grado di ottenere una nuova posizione in altri studios al più presto.
Infine, vi ricordiamo che l'espansione di Destiny e Marathon sono state rimandate, per Schreier.