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Caso Calenda, la posizione ufficiale di AESVI

L'Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani ha preso ufficialmente posizione sulle affermazioni dell'ex-ministro Carlo Calenda sui videogiochi.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   04/11/2018

AESVI, l'Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani, ha preso ufficialmente posizione sulle dichiarazioni social dell'ex ministro del MiSE (Ministero dello Sviluppo Economico) Carlo Calenda riguardanti i videogiochi.

Il messaggio di AESVI esordisce riassumendo le parole di Calenda e ricordando il suo supporto al mondo dello sviluppo dei videogiochi italiano quando era ministro: "Oggi abbiamo assistito ad una discussione molto accesa in seguito ad un tweet dell'ex Ministro Carlo Calenda in cui si è sostenuta la necessità di salvare i giovani dai "giochi elettronici" e dalla solitudine culturale ed esistenziale. Abbiamo incontrato Calenda non molto tempo fa, durante il suo incarico di governo come Ministro dello Sviluppo Economico. Ci fece subito presente la sua contrarietà ai videogiochi come genitore, ma nonostante la sua posizione personale ci diede ascolto e sostenne la nostra richiesta di investire sull'internazionalizzazione del settore. Grazie a quell'incontro, gli sviluppatori italiani di videogiochi hanno la possibilità di partecipare a due tra le più importanti fiere del settore, GDC e Gamescom, in uno stand che rappresenta l'Italia come paese."

Si trattò sicuramente di un primo passo in avanti rispetto a un passato in cui la politica non sapeva nemmeno cosa fossero i videogiochi, ma il confronto con altri stati come ad esempio la Polonia e la Romania, in cui l'industria videoludica è riconosciuta come una risorsa fondamentale e viene supportata con forti investimenti pubblici, è davvero impietoso. Comunque sia il messaggio di AESVI prosegue commentando direttamente le parole dell'ex ministro:

"A distanza di qualche anno, la dichiarazione di oggi non ci fa per nulla piacere e non la condividiamo in principio. Ma ci fa capire quanta strada ci sia ancora da fare in Italia per ottenere un riconoscimento culturale e sociale per i videogiochi. All'estero oramai si fa a gara per sostenere il settore ed essere in prima linea nell'attrazione di investimenti e di talenti, nella produzione di creatività e innovazione, nella creazione di opportunità di lavoro e di impresa. In Italia ci scontriamo spesso e volentieri con posizioni come questa, a tutti i livelli. Posizioni che nella maggioranza dei casi dipendono dalla mancanza di conoscenza della materia e a volte purtroppo anche dalla mancanza di interesse o di disponibilità ad approfondirla quella materia. La nostra risposta come Associazione è continuare a fare il nostro lavoro di informazione e sensibilizzazione delle istituzioni con competenza e professionalità. Perché l'Italia non rischi di perdere una grande opportunità."

Insomma, le dichiarazioni dell'ex-ministro Calenda fanno ben capire quanto la politica italiana sia ancora distante dal comprendere che quello dei videogiochi è il settore più ricco e avanzato dell'entertainment, ossia un'opportunità, e non un fenomeno riducibile a ciò che succede nella casa di un ex-ministro.