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Casse premio: la commissione infanzia inglese vuole che il governo le assimili al gioco d'azzardo

I bambini spendono troppo in casse premio e la commissione infanzia inglese vuole che siano assimilate al gioco d'azzardo, in modo da vietarle.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   22/10/2019

La commissione infanzia inglese ha chiesto ufficialmente al governo di far cadere le casse premio sotto al Gambling Act, ossia di assimilarle al gioco d'azzardo, vietandole ai minori.

La richiesta arriva dopo la pubblicazione dello studio 'Gaming the System', mirato a verificare gli effetti dei videogiochi sui più giovani. Lo studio sottolinea gli aspetti positivi dello giocare online, in particolare quelli relativi alla socializzazione, ma solleva forti preoccupazioni riguardanti i soldi che i minori spendono nei giochi e sulla pressione dei pari, o pressione sociale, che viene esercitata su di loro.

I ragazzi intervistati per lo studio, tutti di un'età compresa tra i 10 e i 16 anni, hanno riconosciuto alcune delle problematiche emerse. Un sedicenne ha addirittura definito FIFA (immaginiamo il FUT ndr) come una forma di gioco d'azzardo.Una ragazzina di dieci anni che gioca a Fortnite ha invece espresso il timore di essere additata dai suoi pari come 'spazzatura' perché utilizza la skin di default.

Quella della pressione sociale è una tecnica di marketing condannata da Anne Longfield, rappresentante della commissione per l'infanzia, che ha sottolineato come i ragazzini siano "esposti allo sfruttamento delle compagnie di videogiochi che sfruttano i loro bisogni di socialità e di avanzare nel gioco. Il 93% dei ragazzi del Regno Unito giocano ai videogiochi, quindi è vitale che il loro divertimento sia tutelato da regole più stringenti per proteggerli dai rischi legati al gioco d'azzardo."

Da qui la richiesta di nuove leggi a tutela dei minori, che includono anche provvedimenti come l'obbligo di mostrare al giocatore quanto ha speso complessivamente e l'introduzione di un sistema di rating che abbia valore legale, con nuovi avvisi che notifichino la presenza di microtransazioni nei titoli.

Richiesta anche la collaborazione delle scuole, che devono spiegare ai più piccoli i pericolosi meccanismi insiti nelle microtransazioni per metterli in guardia dai potenziali rischi. Così magari in futuro si eviterà che un solo individuo spenda 150.000 dollari in un singolo gioco.

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