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Casse premio, studio dimostra che sono mirate ai giocatori d'azzardo problematici

Uno studio ha dimostrato che le casse premio sono mirate a colpire i giocatori d'azzardo problematici, ossia a sfruttarne la debolezza per fargli spendere soldi.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   05/06/2019

Un nuovo studio, pubblicato online dal ricercatore David Zendle, ha dimostrato quello che molti sospettavano già: le casse premio legate alle microtransazioni mirano a colpire i cosiddetti giocatori d'azzardo problematici, ossia tutti quei giocatori che non hanno ancora manifestato una patologia attiva, ma ricercano comunque nel gioco d'azzardo una soluzione ai loro problemi sociali.

Lo studio di Zendle si fonda su dei dati inconfutabili, ricavati da Heroes of the Storm. Sostanzialmente è stato rilevato che quando Blizzard ha rimosso dal gioco le casse premio, i soggetti riconosciuti come giocatori d'azzardo problematici hanno iniziato a spendere meno soldi in gioco, a differenza degli altri giocatori le cui abitudini di spesa non sono cambiate.

Insomma, le casse premio sarebbero costruite su dei meccanismi predatori tipici del gioco d'azzardo, che vengono infilati nei giochi per colpire questi soggetti specifici. Va detto che lo studio è basato su un numero di soggetti abbastanza esiguo, ma è comunque una conferma di ciò che ormai solo delle persone in malafede possono negare, ossia che molti publisher hanno deciso scientemente di sfruttare dei soggetti deboli per guadagnare più soldi.

Se volete approfondire, leggete il nostro speciale dedicato all'argomento.

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