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Mondo dei videogiochi, com'è ridotto oggi? Proviamo a spiegarlo a un giocatore del 2000

Come avrebbe reagito un giocatore del 2000 se avessimo provato a spiegargli com'è ridotto il mondo dei videogiochi oggi? Cerchiamo di scoprirlo...

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   07/02/2020

E se nel 2000, l'ultimo anno del vecchio millennio, ci avessero descritto alcuni aspetti del mondo dei videogiochi di oggi? Come avremmo reagito? Per dare un minimo di contesto ai più giovani, tra le tante cose quello fu l'anno di lancio di PS2, internet non era ancora un fenomeno di massa e l'informazione videoludica arrivava in massima parte dalle riviste. Il PC mostrava meraviglie grazie alle schede 3D (oggi certe cose le diamo per scontate, ma non lo sono sempre state), la generazione PS1 aveva introdotto il concetto di esperienza nel marketing console e i videogiocatori si sentivano parte di una grande famiglia che condivideva una passione mal vista dal resto del genere umano.

Senza dilungarci in troppi preamboli, prendiamo quindi un videogiocatore di allora e proviamo a descrivergli alcuni degli aspetti più caratteristici del mondo dei videogiochi di oggi:

  • "Nel 2020 si potrà giocare un tripla A in streaming direttamente su di un telefono (non usiamo il termine smartphone perché nel 2000 non ci avrebbero capiti ndr)."
  • "Nel 2020 sarà normale per i videogiocatori pagare decine di euro per acquistare delle singole skin."
  • "Nel 2020 i videogiochi si venderanno soprattutto in formato digitale, anche su console."
  • "Nel 2020 i giocatori PC riceveranno più giochi in regalo dai negozi digitali di quanti ne riescano a giocare."
  • "Nel 2020 l'industria dei videogiochi sarà trainata dal settore mobile e dai free-to-play."
  • "Nel 2020 esisteranno delle piattaforme di streaming che consentiranno ad alcuni giocatori di guadagnare giocando molto più di chi i videogiochi li sviluppa."
  • "La generazione di macchine da gioco che si chiuderà nel 2020 non avrà visto introdurre una singola novità a livello di generi videoludici dai big dell'industria."
  • "Nel 2020 la maggior parte dei videogiocatori non saprà dire chi sono o cosa hanno fatto Richard Garriott, Shinji Mikami, Ron Gilbert, Sid Meier, Tim Cain, John Carmack, Hironobu Sakaguchi, John Hare e Chris Yates, Warren Spector, Matthew Smith, Mel Coucher, David Braben, Archer Maclean, John Romero, Will Wright, Peter Molyneux, Michel Ancel, Éric Chahi e tanti altri ancora, pur avendo magari provato i loro giochi."
  • "Nel 2020 alcuni videogiochi di serie molto note conterranno meccaniche predatorie assimilabili al gioco d'azzardo, studiate per sfruttare i giocatori problematici, ossia quelli a rischio ludopatia."
  • "Nel 2020 un sito specializzato in videogiochi, che ancora non esiste, farà un live dedicata a Sanremo in cui gli eroi dei videogames si sfideranno a colpi di canzoni."

Come avrebbe reagito il giocatore del 2000 (sarà bello e lucente...) a queste e ad altre affermazioni (se ne avete altre, pubblicatele nei commenti)? Probabilmente con incredulità, dicendo che lo stavamo prendendo in giro perché i veri videogiocatori non permetteranno mai che accada qualcosa del genere. Quanto eravamo innocenti...

Giusto precisare che questo Parliamone è nato da un post dell'amico Michele Molducci su Facebook, scritto in un gruppo privato. Quindi prendetevela con lui.