Stando a Denuvo, il suo nuovo sistema Anti-Cheat per PC che agisce a livello del kernel non è molto invasivo. La dichiarazione è stata fatta ad Ars Technica, dopo l'infuriare delle polemiche per il recente aggiornamento di Doom Eternalm che lo ha introdotto in gioco.
Michail Greshishchev di Denuvo ha spiegato che l'Anti-Cheat non raccoglie dati al di fuori di quelli di quelli delle partite mutiplayer. Inoltre non blocca i cheat, mod o strumenti di sviluppo, ma si limita a individuare i cheat. Quindi spetta ai produttori dei giochi bannare quelli colti in flagranza di reato, per così dire.
Stando a Greshishchev,Denuvo Anti-Cheat è stato certificato da rinomati ricercatori specializzati nella sicurezza del kernel e ha superato molti test prima di essere lanciato, compresi quelli di alcuni sviluppatori di cheat.
Greshishchev si è spinto fino ad affermare che Denuvo Anti-Cheat è molto meno invasivo di altri software anti-cheat, perché non fa lo stream di codice shell dal web, così che se compromesso, gli hacker non possano inviare malware all'hardware dei videogiocatori.
Del resto, fa notare l'uomo, se gli hacker volessero attaccare l'hardware di un videogiocatore, passerebbero da altri servizi, come quelli che richiedono connessioni internet sempre attive, oppure come i drive di mouse e tastiera, come i servizi di overclocking e altri ancora, non certo dal software anti-tamper più sicuro al mondo.
A livello d'invasività, Denuvo Anti-Cheat è pensato per non essere troppo differente dai driver grafici di Nvidia o dai servizi del client di Steam. Comunque sia Greshishchev è consapevole che è nella natura umana avere poca fiducia nelle nuove tecnologie e che spetta a Denuvo Anti-Cheat conquistarsela.