Il recente blocco del dominio di Google Drive in Italia, causato dall'implementazione del Piracy Shield, ha scatenato una serie di reazioni indignate da parte di utenti e aziende. Il sistema, progettato per combattere la pirateria online, ha inavvertitamente reso inaccessibile uno dei servizi cloud più utilizzati nel mondo, interrompendo il lavoro di aziende, scuole e università per diverse ore.
Sicurezza dei filtri
Il blocco ha avuto origine quando il dominio drive.usercontent.google.com, fondamentale per scaricare i file da Google Drive, è stato bloccato a livello nazionale da Piracy Shield. Il problema è iniziato intorno alle 16:56 di ieri, 19 ottobre, e ha continuato a persistere per almeno 8 ore, colpendo inizialmente circa il 20% degli utenti italiani, con TIM che ha risolto la questione solo intorno alle 21:30. Anche altri operatori come Tiscali, Fastweb, Vodafone, Sky e Wind sono stati coinvolti e alcuni non avevano ancora risolto il problema ore dopo l'incidente.
Uno degli aspetti più preoccupanti emersi da questa situazione è stato l'errore di bloccare un sottodominio di Google, uno dei siti più utilizzati in Italia e nel mondo. Questo incidente ha evidenziato i limiti del software di Piracy Shield, che ha mostrato una mancanza di filtri di sicurezza adeguati, capaci di distinguere tra contenuti legittimi e potenziali violazioni di copyright. La conseguenza di questo errore è stata che per molte ore gli utenti non hanno potuto accedere ai propri documenti su Google Drive, interrompendo attività lavorative e non.
Problemi su ogni tipo di file
L'indignazione è montata rapidamente sui social media, dove utenti e esperti del settore hanno denunciato la gravità dell'errore. Giorgio Bonfiglio, tra i primi a documentare il problema, ha condiviso una serie di test effettuati attraverso la piattaforma RIPE Atlas che confermano come ancora il 13,5% degli utenti fosse bloccato a livello IP e il 3% a livello DNS, ore dopo la segnalazione iniziale.
Questo episodio ha sollevato interrogativi sulla gestione della protezione anti-pirateria in Italia. Se un errore simile può paralizzare un servizio così essenziale come Google Drive, cosa accadrebbe se venissero colpiti altri servizi critici o piattaforme come WhatsApp?