Google sta per lanciare una versione censurata del suo motore di ricerca in Cina. Ad agosto erano emerse indiscrezioni sul nuovo progetto, dal nome in codice Project Dragonfly, ma la compagnia di Mountain View aveva assicurato che si trattava solo di un prototipo e che non non sarebbe stato lanciato.
La questione è tornata al centro dell'attenzione dopo l'emersione della trascrizione della presentazione di Project Dragonfly, con ringraziamenti al team di sviluppo, fatta il 18 luglio 2019 dal ricercatore capo Ben Gomes, in cui si parla del lancio entro sei / nove mesi, con la possibilità che una prima versione arrivi entro tre mesi.
Il 23 settembre 2019 Gomes ha mentito alla BBC affermando che Project Dragonfly era solo un progetto allo stato embrionale, con il team di sviluppo ancora in fase esplorativa e con Google che non aveva piani per lanciarlo. A quanto pare sono state proprio queste menzogne a convincere la classica gola profonda a condividere la trascrizione della presentazione del progetto, che Gomes si è rifiutato di commentare.
Evidentemente deve vergognarsi di Project Dragonfly, uno strumento pensato per favorire il governo cinese nella ricerca di dissidenti da reprimere, la cui esistenza ha causato grosso malcontento all'interno di Google stessa, con alcuni dipendenti che hanno abbandonato la società come forma di protesta. Pensate che tra le funzioni di Project Dragonfly, c'è quella di identificare chi compie ricerche su argomenti vietati come 'proteste studentesche' e 'democrazia', comunicando le informazioni raccolte agli enti preposti del governo cinese.
Insomma, come al solito 'Pecunia non olet', come ebbe a dire Vespasiano commentando la tassa messa sull'urina raccolta nelle latrine private romane. In fondo cosa sono dei dissidenti fatti sparire di fronte a qualche miliardo di dollari? Chissà se un giorno società come Google o altre saranno processate per crimini contro l'umanità...