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Google Stadia, come sbagliarle tutte e anche qualcuna in più

Probabilmente Google Stadia ridefinirà il concetto di lancio disastroso, vista la mole di errori commessi dal team dietro al progetto e le mancanze della piattaforma.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   19/11/2019

"Perché dovrei comprare Google Stadia?" chiede un amico. Rimaniamo imbambolati. In effetti, perché? A chi scrive le prospettive offerte dal cloud piacciono, ma allo stato attuale non c'è davvero un singolo motivo che potrebbe spingerci a spendere soldi per la piattaforma di Google, a parte la curiosità tecnologica. Insomma, di lanci gestiti a membro di labrador ne abbiamo visti diversi nella nostra ormai lunga vita, ma qui siamo davvero all'apoteosi.

Partiamo dei giochi: 22 al lancio, ma quante esclusive? Oltretutto, perché fino a poche ore prima dell'apertura del servizio i titoli annunciati erano la metà? Capiamo che Stadia è qualcosa di nuovo, ma cloud o non cloud è una piattaforma da gioco, quindi deve sottostare a certe aspettative del settore. Leggasi: il pubblico compra se è motivato dai giochi che desidera o che gli vengono fatti desiderare. Phil Harrison nella sua vita ha lanciato più console di quanti capelli gli rimangano in testa e non si è ricordato che per venderle c'è bisogno di giochi, in particolare quelli che gli altri non hanno? Dell'argomento abbiamo già ampiamente discusso, ma è giusto ribadirlo: con solo un'esclusiva come GYLT, gioco affascinante, per carità, ma non certo smuovi masse, dove volevano andare? Pensavano di vendere Stadia con annunci del tipo "Solo da noi GRID con 40 macchine?"

Il secondo grosso problema è tutto nella natura di Stadia. Quando è stata presentata, la piattaforma di Google ha affascinato perché la si è vista fare cose che le altre piattaforme non possono fare. Per inciso, sto giocando in salotto, smetto perché a causa del barattolo di cioccolata che ho mangiato devo correre in bagno, posso però continuare a giocare usando il telefono senza perdere i progressi fatti. Quando ho finito con i bisogni, posso tornare in salotto e riprendere a giocare sul divano, senza passaggi complicati o lunghe attese tra i cambi di apparecchi. Ecco, tutto questo su Stadia per ora semplicemente non c'è. Esplicitiamo: tenti di ammaliarmi presentandomi una piattaforma come agile e versatile, capace di seguirmi ovunque grazie a smartphone e tablet, e invece finisci per vendermi un macigno inamovibile, che stando alle prime cronache funziona anche molto male, tra disconnessioni, uso eccessivo della banda internet e quant'altro?

Più in generale, comunque, è tutta la comunicazione di Stadia che è stata un mezzo disastro. Google non ha mai chiarito fino in fondo che cosa stesse vendendo e quali vantaggi ne sarebbero derivati per gli acquirenti. Insomma, non ci ha spiegato perché, per fare qualche esempio, dovremmo giocare i Tomb Raider su Stadia invece che su PS4, Xbox One o PC, oppure perché Final Fantasy XV è migliore su Stadia o ancora in cosa la versione Stadia di Borderlands 3 è superiore alle altre. Nemmeno i prezzi sono particolarmente appetibili, visto che sono gli stessi delle altre piattaforme. Ovviamente le funzioni promesse arriveranno e arriveranno anche i giochi esclusivi, ma il lancio ormai è andato e Stadia si è costruita una fama molto negativa nel giro di poche ore. Non stupisce quindi che le prenotazioni siano andate male e che i pochi coraggiosi che hanno comunque voluto accedere alla piattaforma se ne stiano lamentando. Ad avvantaggiarsene saranno sicuramente i concorrenti, Microsoft in particolare, che con il suo servizio Project xCloud ha mirato molto meglio, ha spiegato tutti i vantaggi che può offrire e l'ha legato al suo abbonamento Xbox Game Pass, rendendolo infinitamente più appetibile.