La recente notizia dei 10.000 licenziamenti in Microsoft ha colpito anche il panorama videoludico perché questa pare abbia toccato anche Xbox e alcuni team videoludici, con 343 Industries ad essere particolarmente colpita dai tagli e, di conseguenza, facendo emergere dei dubbi sul futuro di Halo. Prima di tutto, bisogna mettere la cosa nella giusta prospettiva: è una situazione di forte crisi per il mercato tecnologico, che sta vivendo una brusca contrazione dopo il periodo di grande espansione visto durante la pandemia da Covid-19. Per avere un'idea, la casa di Redmond ha incrementato il proprio organico di 40.000 unità negli ultimi tre anni contando - come molti altri - su una vertiginosa crescita che è però durata meno del previsto ed è stata seguita da un drastico calo. È una crisi diffusa presso tutte le grandi aziende tecnologiche, come abbiamo visto oggi anche con Google (12.000 licenziamenti) e Amazon (18.000 persone licenziate nella ristrutturazione generale), tanto per far capire come la questione non sia strettamente legata alla divisione videoludica, ovviamente.
Secondo un report di Jason Schreier, non confermato in via ufficiale, sarebbero 60 i licenziamenti all'interno di 343 Industries, il team più colpito in assoluto dall'ondata di tagli, in gran parte relativi alla sezione di sviluppatori impegnati sul single player e mettendo in dubbio l'eventuale futuro di questo. Nelle ore scorse, ulteriori voci di corridoio hanno confermato la cosa riferendo anche della cancellazione dei progetti di DLC che avrebbero dovuto ampliare la Campagna e che erano stati affidati alla guida di Joe Staten, che nel frattempo ha lasciato il team per tornare in Xbox Publishing. Tutto questo ha ovviamente scatenato voci catastrofiche sul futuro di Halo, con molti a pensare che sia arrivato il tempo di congelare, o addirittura pensionare, il franchise simbolo di Xbox. In tutto questo allarmismo ci sono elementi realistici e altri piuttosto discutibili, che possiamo provare a analizzare.
Per quanto riguarda i primi, è chiaro che qualcosa non sia andato per il verso giusto in questi anni presso 343 Industries, palesato chiaramente dall'uscita di scena di Bonnie Ross e dalla conseguente riorganizzazione interna del team, di cui questi licenziamenti potrebbero essere una continuazione. La lavorazione di Halo Infinite è stata lunga e difficoltosa, anche a causa della costruzione del nuovo Slipspace Engine, e il risultato, sebbene positivo, è comunque ridotto rispetto alla scala prevista inizialmente, se è vero che alcune parti della Campagna sono state rimosse nel corso dei lavori. Allo stesso modo, il multiplayer procede a ritmo estremamente lento rispetto ad altri titoli live service, a dimostrazione della scarsa organizzazione del team nella gestione di un gioco di questo tipo. Considerando questi fatti, è possibile che Microsoft abbia intenzione di appoggiarsi sempre più su team esterni per lo sviluppo di Halo, lasciando a 343 Industries un ruolo di coordinazione e gestione dei progetti, forse con un ridimensionamento dell'organico che ammonta ancora a diverse centinaia di sviluppatori. In effetti, un'organizzazione del genere sarebbe parzialmente già in atto considerando come ci siano alcuni team al lavoro su modalità e progetti interni a Halo Infinite, come Certain Affinity sul misterioso "Tatanka", che potrebbe essere una particolare interpretazione del battle royale in stile Halo.
D'altra parte, anche l'abitudine di affidarsi a personale a contratto esterno e a tempo determinato non ha probabilmente giovato alla continuità dello sviluppo, specialmente per un progetto così ampio e di lunga durata.
Tra le visioni negative, la più probabile potrebbe essere l'effettiva cancellazione di possibili espansioni della Compagna di Halo Infinite per concentrarsi esclusivamente sul multiplayer, il quale potrebbe comunque andare avanti per anni, secondo il progetto iniziale. Parlare però di morte di Halo Infinite e ripartenza totale della serie cancellando quanto fatto con il gioco in questione sembra però un po' eccessivo: lo Slipspace Engine, con tutti gli investimenti che ha comportato, è probabile che resti la base della serie per il prossimo futuro, per esempio. Ma risulta anche difficile pensare che il multiplayer di Infinite venga abbandonato alla leggera, considerando anche come sia stata confermata già la roadmap del 2023. D'altronde, se c'è una cosa che funziona a dovere nel gioco è proprio il nucleo centrale del suo gameplay, e non è cosa da poco o facilmente replicabile da un team completamente diverso, cancellando quanto di buono fatto finora.
È possibile che 343 Industries subisca dunque un ridimensionamento in termini di organico e una riorganizzazione in termini di mansioni e l'idea della collaborazione con team esterni non è proprio fuori dal mondo, visto che Microsoft sembri adottare spesso tale organizzazione (dai progetti proprio su Halo Infinite all'appoggio su Crystal Dynamics per Perfect Dark, fino al recente annuncio della collaborazione con Lucid Games per Sea of Thieves). È lecito pensare che il grosso del lavoro da svolgere sull'engine sia ormai concluso e forse anche che la Campagna (con buona pace di chi avrebbe visto volentieri qualche altra situazione e bioma di Zeta Halo) sia definitivamente un capitolo chiuso, cosa che renderebbe il team anche sovradimensionato rispetto alle sue mansioni. Tuttavia, la base tecnologica c'è e funziona, mentre i contenuti del multiplayer, da sempre considerati un elemento critico di Halo Infinite, si stanno (lentamente) riprendendo anche grazie all'aggiunta del multiplayer cooperativo e della Forgia, in attesa di vedere la Stagione 3.
Parliamone è una rubrica d'opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.