La questione era già emersa in passato, ma con l'avvio della nuova era di Trump e l'avvicinarsi dell'introduzione dei dazi paventati dal nuovo presidente degli Stati Uniti raggiunge ora un nuovo livello di verosimiglianza, che ha spinto alla pubblicazione di un nuovo studio sugli incrementi di prezzo dei prodotti videoludici tra console e videogiochi derivanti da questa iniziativa.
L'idea venne proposta da Trump già nel 2019 e doveva portare a un incremento del 25% nei prezzi di popolari prodotti dell'elettronica di consumo come smartphone, console e computer, ma all'epoca la questione fu rinviata o applicata in maniera limitata e con diverse esclusioni, anche grazie all'intervento diretto di Microsoft, Sony e Nintendo che avevano fatto presente, con una lettera aperta, le ripercussioni fortemente negative che i dazi avrebbero avuto sui consumatori.
Il problema è che Trump è stato rieletto e ora sembra più convinto che mai a introdurre questo sistema visto come un metodo per proteggere il mercato interno USA, forse con l'introduzione di dazi ancora più alti rispetto a quanto proposto in precedenza.
L'intenzione, sulla carta, è anche incrementare l'introito delle tasse oltre a stimolare lo spostamento del lavoro all'interno del territorio degli USA, con un trattamento economico migliore per i lavoratori, ma con la struttura attuale del mercato globale le ripercussioni potrebbero essere alquanto catastrofiche. Secondo nuovi studi pubblicati da università come MIT, Harvard e altre, l'impatto delle più recenti introduzioni dei dazi sull'impiego interno è stato minimo, ma con ampi riflessi negativi sulle vendite.
Previsioni oscure
"Credo che questa volta le aziende l'abbiano presa molto sul serio", ha dichiarato a Kotaku Mary Lovely, docente di economia presso la Maxwell School of Citizenship and Public Affairs della Syracuse University, in un'intervista telefonica.
La professoressa teme che, anche se Trump iniziasse con un dazio più basso del 60% sui prodotti dalla Cina, ci sarebbe il rischio che una guerra commerciale in grado di degenerare fuori controllo. "Questo è ciò che minaccia, questo è ciò a cui potremmo andare incontro".
Il problema è che, nella maggior parte dei casi, a fare le spese con l'introduzione dei dazi sono proprio i consumatori finali, non tanto le aziende, che si rivalgono delle perdite incrementando i prezzi. Ovviamente questo non significa che una tariffa del 60% si rifletta in un incremento della stessa percentuale sul prezzo di PS5, Xbox Series X|S o Nintendo Switch, ma certamente i produttori incrementeranno di una buona percentuale i prezzi delle console per tenere a bada l'inevitabile crollo dei profitti che ne deriverebbe.
Considerando un andamento del mercato simile a quello attuale, l'introduzione dei dazi di Trump potrebbe portare a un incremento complessivo di 7 miliardi di dollari come spesa da parte degli utenti, ma per la stessa quantità di prodotti acquistati, cosa che porterebbe a un forte calo degli acquisti, di circa il 57%.
Facendo delle proiezioni, Nintendo Switch passerebbe da circa 300 a oltre 400 dollari di prezzo, PS5 Pro andrebbe verso i 1000$, le schede video Nvidia raggiungerebbero prezzi proibitivi. L'aumento dei costi dell'hardware rappresenta solo uno degli aspetti, ma i dazi potrebbero rimodellare l'intero mercato dei videogiochi negli Stati Uniti.
Joost Van Dreunen, docente presso la Stern School of Business della NYU, ritiene che le tariffe rimodellerebbero drasticamente il panorama delle console nei prossimi anni: "I dati indicano che le tariffe non inciderebbero solo sui volumi di vendita, ma potrebbero alterare in modo permanente il ruolo dell'industria delle console nella cultura videoludica statunitense", ha scritto in una recente edizione della sua newsletter Super Joost Playlist.
Nel peggiore dei casi, secondo le sue stime, le vendite totali di console negli Stati Uniti scenderebbero al di sotto dei livelli dei primi anni 2000, questo "nonostante due decenni di espansione del mercato e una popolazione di videogiocatori sostanzialmente più numerosa", dunque un crollo totale del mercato videoludico.
Questo potrebbe portare anche a una trasformazione nella fruizione dei videogiochi, con gli utenti che sarebbero spinti maggiormente verso sistemi su abbonamento, streaming e soluzioni simili che non implichino necessariamente l'acquisto standard di prodotti, men che meno in formato fisico.
"Queste tariffe potrebbero accelerare il passaggio dell'industria al cloud gaming, ai servizi di streaming e alla distribuzione transmediale, segnando una classica transizione dall'innovazione dei contenuti all'innovazione della distribuzione", ha scritto Van Dreunen. "I giochi fisici, inoltre, potrebbero scomparire ancora più rapidamente con il passaggio ai download digitali esenti da tariffa e alle versioni più economiche e solo digitali delle attuali console PlayStation e Xbox".
Tuttavia, è anche possibile che le aziende decidano di aumentare il prezzo dei giochi digitali per compensare l'aumento degli MSRP sugli scaffali dei negozi fisici.