La battaglia legale tra le aziende di intelligenza artificiale e le testate giornalistiche continua ad intensificarsi. Questa volta, alcune delle più grandi testate canadesi, tra cui National Post, Toronto Star, The Globe and Mail, CBC/Radio-Canada e The Canadian Press, hanno intentato una causa contro OpenAI. La denuncia, riportata da Reuters, accusa la società di aver utilizzato "in modo inappropriato e illegale" i loro articoli per addestrare i modelli come ChatGPT, violando i diritti d'autore senza autorizzazione né compensazione.
La richiesta di risarcimento miliardario
Secondo i querelanti, OpenAI avrebbe utilizzato i loro contenuti giornalistici a scopo commerciale, sostenendo che ciò costituisce una violazione diretta della proprietà intellettuale. La denuncia chiede un risarcimento fino a 20.000 dollari canadesi per ogni articolo utilizzato, una cifra che potrebbe raggiungere miliardi di dollari in caso di condanna. Inoltre, le testate chiedono un'ingiunzione per impedire a OpenAI di utilizzare i loro contenuti in futuro.
La posizione dei media è chiara: "Il giornalismo è nell'interesse pubblico. L'utilizzo dei nostri articoli da parte di OpenAI per scopi commerciali non lo è. È illegale," ha dichiarato Postmedia, proprietario del National Post. OpenAI, invece, si è difesa sostenendo che l'utilizzo dei contenuti rientra nel concetto di "fair use", una dottrina che consente l'uso non autorizzato di materiali protetti da copyright in determinati contesti.
Un fronte legale sempre più ampio
Questa causa si unisce a una serie di azioni legali già intentate contro OpenAI da gruppi editoriali negli Stati Uniti, tra cui il New York Times e il Center for Investigative Journalism. Anche otto testate di proprietà di Alden Global Capital, tra cui il New York Daily News e il Chicago Tribune, hanno intrapreso azioni simili. Tuttavia, non tutte le denunce hanno avuto successo: ad esempio, un giudice ha recentemente respinto le cause intentate da Raw Story e AlterNet. Parallelamente, alcune aziende mediatiche hanno scelto un approccio diverso, stipulando accordi di licenza con OpenAI. Tra queste figurano The Associated Press, The Financial Times, Axel Springer e Time, che hanno permesso alla startup di utilizzare i loro contenuti in cambio di compensazioni.