Durante la trasmissione RAI "Codice: La vita è digitale", il ministro Matteo Piantedosi ha sottolineato l'importanza di istituire un'agenzia dedicata alla vigilanza delle applicazioni di messaggistica come Telegram e WhatsApp, soprattutto se dotate di crittografia end-to-end. Secondo quanto dichiarato, il Governo vuole istituire un'autorità pubblica che possa monitorare, vigilare e anche applicare sanzioni sulle app di messaggistica. L'obiettivo è sottoporre le applicazioni a regole più rigide. Vediamo tutti i dettagli.
Regole più severe
Il Governo punta a maggiori obblighi e regole severe per applicazioni come Telegram e WhatsApp, nonché l'obbligo di condividere i dati degli indagati con le autorità inquirenti, anche se al momento non sappiamo ancora in che modo possa avvenire tutto ciò. Le applicazioni dovrebbero essere monitorate sotto la responsabilità della Polizia Postale, all'interno delle strutture del Ministero dell'Interno, sanzionando le piattaforme e arrivando perfino alla sospensione di quest'ultime, in caso di violazione delle norme.
Durante la trasmissione, Piantedosi ha sottolineato l'importanza di equiparare le app di messaggistica alle compagnie telefoniche, pertanto è fondamentale imporre obblighi simili per collaborare con l'autorità giudiziaria, come aveva già anticipato Vittorio Pisani, capo della Polizia di Stato. Proprio per questo motivo è fondamentale anche la presenza di sedi fisiche in Europa.
La questione “crittografia”
Sempre più Paesi valutano la possibilità di introdurre backdoor legali che possano facilitare le operazioni di indagine (il piano ProtectEU, ad esempio), ma in questo caso sorgono dubbi sulla sicurezza dei dati degli utenti. L'obiettivo dell'Unione Europea è quello di combattere al meglio la criminalità.
"Dispositivi e app crittografati, nuovi operatori di comunicazioni, reti private virtuali (VPN), ecc. sono progettati per proteggere la privacy degli utenti legittimi. Ma forniscono anche ai criminali mezzi efficaci per nascondere le loro identità, commercializzare i loro prodotti e servizi criminali, canalizzare i pagamenti e nascondere le loro attività e comunicazioni, evitando efficacemente il rilevamento, l'indagine e l'azione penale", si legge nella Relazione Conclusiva di marzo 2025.
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