Il trailer che ha aperto i preordini di Death Stranding 2: On the Beach ha suscitato un grande clamore. In tanti hanno risposto subito in maniera positiva, altri si sono semplicemente esaltati per un titolo che sembra alieno rispetto all'industria tripla A attuale, pieno com'è di trovate e per come presenta un immaginario a suo modo unico.
È figlio di un modo di fare videogiochi che negli ultimi anni è entrato in piena crisi, a causa dei costi che comporta scritturare attori famosi e puntare tutto su di un'esperienza compiuta, per quanto aggiornabile con il tempo (leggasi modello tradizionale), con valori produttivi molto alti. La domanda che ne deriva è: c'è davvero voglia dei giochi di Kojima, al di là dei proclami da social?
La risposta per i suoi fan sarà un sonoro "sì", visto che hanno già iniziato a partorire teorie su teorie basate sul trailer. Il punto è se il resto del mercato ha davvero voglia di giochi di questo tipo, considerando quanto ha faticato il primo Death Stranding (2019) ad arrivare al successo, in rapporto ad altre esclusive per PlayStation 4.
Alla fine ce l'ha fatta, considerando che Kojima stesso affermò nel 2020, in un'intervista con Livedoor News, che aveva coperto tutti i costi di sviluppo e stava producendo profitti, tanto da aver assicurato il futuro di Kojima Production.
Quindi non si può in alcun modo parlare di insuccesso (sarebbe falso, oltre che intellettualmente disonesto). È chiaro però che non fece i numeri di un Marvel's Spider-Man o di un God of War. Probabilmente nemmeno quelli di Ghost of Tsushima e del tanto bistrattato Days Gone. Insomma, anche all'epoca il materiale promozionale di Death Stranding suscitò enorme clamore, che si tradusse però solo in buone vendite, che crebbero con il tempo grazie all'arrivo su PC e al lancio dell'edizione Director's Cut (con cui Kojima Production rispose alle molte critiche ricevute dal gioco). Anche allora i fan dissezionarono ogni fotogramma di ogni trailer pre-lancio, ma il risultato commerciale fu modesto rispetto alle attese e al chiacchiericcio che nacque intorno al gioco.
Il mercato è cambiato
D'altro canto va detto che sono passati sei anni dal lancio di Death Stranding 2 e il mercato è completamente cambiato. I giochi cinematografici sono sempre di meno, PlayStation 5 ha poche esclusive first party di peso (sicuramente meno che in epoca PS4) e anche gli acquisti dei giocatori sul mercato tradizionale sono più polarizzati, per via di diversi fattori, in primis il quadro economico generale. In linea di massima sono concentrati su pochi titoli che solleticano un certo modo di intendere i videogiochi.
Inoltre il trailer ha mostrato sicuramente più azione rispetto al primo capitolo, fattore da non sottovalutare per attirare il grande pubblico. Kojima questa volta ha scelto di essere meno criptico del solito e di mostrare subito sparatorie e grossi boss, tanto per chiarire che il focus del gioco è diverso. Vedremo se i risultati finali saranno migliori. Di mio me lo auguro, perché sarebbe un buon segno per tutti, anche se dubito che un solo gioco possa riuscire a ribaltare il mercato.