Jonathan Blow, l'autore di Braid e The Witness, ha preso posizione contro la cancel culture in modo chiaro e determinante, affermando che non parteciperà più a conferenze da cui qualcuno è stato disinvitato per pressioni politiche.
Blow: "Se avete disinvitato un conferenziere cedendo a pressioni stile cancel culture, a prescindere dall'orientamento politico dei cancellatori, siano essi di sinistra, di destra o di qualsiasi altro orientamento, io non interverrò alle vostre conferenze. Non importa quanti anni siano passati e quanto abbiate chiesto scusa giurando di essere cambiati. Firmato da me.
(Se fossimo in tanti a prendere la stessa posizione, magari le conferenze lo noterebbero)."
La sua è una difesa tout court della libertà di espressione, non un attacco politico a una determinata fazione. Naturalmente non è stata presa così da molti frequentatori di social network, che lo hanno attaccato in branco, tanto che Blow è stato costretto a spiegare:
"Non voglio impedire a nessuna conferenza di cancellare nessuno! Solo che se lo fanno, devono cancellare anche me. Va bene?"
La presa di posizione di Blow nasce dal disinvito di Robert Cecil Martin, meglio conosciuto come Uncle Bob, da una conferenza di Chicago per via delle sue convinzioni politiche (ha dichiarato di aver votato Donald Trump alle ultime elezioni USA, pur ammettendo di aver scelto quello che vedeva come il male minore).
Uncle Bob è un informatico noto in tutto il mondo, autore di moltissimi libri e consulente di livello internazionale. Pare però che qualcuno, evidentemente appartenente alla sinistra radicale, si sia opposto alla sua presenza spaventando a morte l'organizzazione.