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Keiichiro Toyama è fuggito da Sony perché vuole continuare a fare giochi a modo suo

Keiichiro Toyama ha raccontato alcuni dettagli del primo gioco del suo nuovo studio, spiegando di aver lasciato Sony per poter continuare a fare a modo suo.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   15/02/2021

Keiichiro Toyama ha raccontato di essere fuggito da Sony e di aver fondato una sua software house, Bokeh Game Studio, per poter continuare a fare videogiochi a modo suo, senza cioè dover inseguire i dettami del mercato. La confessione del papà della serie Silent Hill, dei Forbidden Siren e dei Gravity Rush è arrivata in un video pubblicato su YouTube in cui si è accennato anche al primo gioco della compagnia, ancora in fase di pre-produzione e senza un titolo.

"Riguardo al nostro primo gioco, sto seguendo diverse ispirazioni," ha detto Toyama, aggiungendo poi che "Una è decisamente dark, molto distante dai miei giochi più recenti. È come se stessi riscoprendo le mie radici, ad esempio quelle horror. Le mie idee stanno iniziando ad andare in quella direzione."

Comunque sia, nonostante l'horror, il gioco sarà un prodotto d'intrattenimento puro: "Pur tenendo gli elementi horror, voglio che il giocatore sia euforico mentre gioca." Immaginiamo quindi che non si parli di un nuovo Silent Hill, ma di qualcosa più action.

"La mia visione dell'horror è quella della vita quotidiana che viene sconvolta. Invece di mostrare cose spaventose, deve mettere in discussione le nostre convinzioni e confrontarsi con il fatto che viviamo pacificamente."

Il modello seguito da Toyama sembra essere quello dei death game manga (tipo Battle Royal o Alice in Borderland, tanto per fare due nomi), che secondo lui aggiungono intrattenimento in modo naturale a dei mondi di fatto molto brutali: "Ci sono delle persone normali trascinate in situazioni irrazionali. Vengono portate emotivamente al limite, agendo e vivendo dei drammi. Ne sono stato influenzato e credo che se ne vedranno i frutti nel mio prossimo gioco."

Un artwork del primo gioco di Bokeh Games
Un artwork del primo gioco di Bokeh Games