L'Italia è tra i paesi che in percentuale ha raccolto meno firme per la petizione "Stop Destroying Videogames" lanciata tramite l'ICE (European Citizens Initiative) dell'Unione Europea e che mira a impedire ai publisher di disattivare i videogiochi anche dopo il termine del supporto ufficiale, garantendone così la preservazione.
Il dato arriva direttamente dal sito dell'UE, che afferma che in Italia sono state raccolte solo 22.670 firme, il 42,31% della soglia minima fissata a 53.580. Per fare un paragone, in Francia è stato raggiunto il 79% (circa 44.000 firme su 55.000), mentre in Spagna l'82% (34.000 firme su 41.000). Solo in Slovenia (39%), Bulgaria (36%), Grecia (28%), Malta (11%), Lussemburgo (20%) e Cipro (12%) è stata registrata un'adesione in percentuale inferiore alla nostra.
C'è ancora tanta strada da fare
La cattiva è che il secondo requisito è quello di raggiungere almeno 1 milione di firme e purtroppo siamo ancora lontani. Nel momento in cui scriviamo il conteggio ufficiale è di quasi 413.000 firme, con la petizione che è iniziata ad agosto dello scorso anno e si concluderà a fine luglio. Insomma, mancano relativamente pochi mesi e tante adesioni.
Se siete interessati, potete partecipare tramite la pagina dedicata sul portale dell'ICE dell'Unione Europea, a questo indirizzo. Qualora si dovesse raggiungere il numero di voti minimi, la petizione obbligatoriamente verrà esaminata e discussa all'interno del Parlamento Europeo, con la speranza che ciò porti alla stesura di leggi mirate a "impedire che gli editori possano disattivare da remoto i videogiochi prima che siano forniti mezzi ragionevoli per mantenerli in funzione".