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Mamma incontra figlia morta grazie alla realtà virtuale

Una mamma è riuscita a incontrare la figlia morta grazie alla realtà virtuale, ossia la sua immagine, perché la figlia rimane comunque morta.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   09/02/2020

Una mamma è riuscita a incontrare la figlia morta grazie alla realtà virtuale, aprendo le porte a un modo tutto nuovo per mercificare la sofferenza delle persone. Nel 2016 Jang, una donna sudcoreana, subisce un terribile lutto: una malattia incurabile porta via Nayeon, la sua bimba di sette anni.

Sinceramente è difficile immaginare cosa possa rappresentare per una madre la perdita di una figlia, ma il mondo della tecnologia, fiutando l'affare, ha deciso che non esistono forme di sofferenza abbastanza sacre e inviolabili sulle quali non si possa lucrare. Quindi dopo tre anni, come in una puntata di Black Mirror, "Be right back", Jang ha potuto incontrare di nuovo Nayeon, ossia una sua riproduzione virtuale, in un mondo digitale creato appositamente per realizzare un documentario, intitolato 'I met you', prodotto dalla Munhwa Broadcasting.

Ciò che accade tra la donna e il simulacro della bambina è indubbiamente emozionante: le due interagiscono in un mondo 3D pensato appositamente per accompagnare i sentimenti scaturiti dall'incontro, con i parenti che possono vedere ciò che succede da uno schermo esterno. Jang e Nayeon corrono insieme, giocano a nascondino, festeggiano il compleanno della bimba spegnendo delle candeline. Tutto il campionario dei cliché della felicità viene messo in campo per rendere l'esperienza più coinvolgente. Il risultato è terribilmente convincente: la mesh texturizzata che somiglia a Nayeon è stata realizzata partendo dalle foto reali della bimba mentre le sue animazioni sono di altri bambini. Sembra di parlare di una specie di mostro di Frankenstein 3.0, ma senza il rischio che si presenti nel talamo nuziale del suo creatore la prima notte di nozze.

Jang appare completamente presa da quanto accade e tratta il modello 3D della bambina come se fosse davvero la figlia in carne e ossa. Il tutto è costruito come una specie di film, con un crescendo di sequenze che trovano il loro climax nella consegna di un fiore bianco nelle mani della madre. Jang si è dichiarata entusiasta dell'esperienza, descritta come se fosse il paradiso e l'esaudimento di un sogno. Rimane il fatto che sua figlia è ancora morta e ciò che ha visto è una mera rappresentazione. Davvero è possibile riconoscere un affetto così grande in quello che è solo una specie di surrogato della realtà? L'essere umano ama illudersi sopra ogni cosa e chi vende nuove tecnologie lo sa bene, quindi vedrete che nei prossimi anni quello che ora sembra solo un esperimento diventerà un vero e proprio mercato, pieno di riproduzioni di cari morti che correranno per splendidi paesaggi virtuali.