3

Meta prepara chatbot sempre più umani: parleranno per primi e ricorderanno le conversazioni

Il colosso guidato da Zuckerberg sta addestrando i suoi chatbot per iniziare dialoghi autonomamente, migliorare la memoria conversazionale e combattere la solitudine digitale.

NOTIZIA di Simone Lelli   —   05/07/2025
Meta AI

Il futuro dell'intelligenza artificiale secondo Meta è sempre più vicino a un'interazione umana autentica. Secondo quanto emerso da documenti interni, l'azienda sta lavorando a una nuova generazione di chatbot capaci di avviare conversazioni in autonomia, ricordare scambi precedenti e adattarsi al tono e ai temi trattati con ogni utente. Un progetto ambizioso, con l'obiettivo di potenziare l'engagement sulle piattaforme Meta e creare esperienze di comunicazione più profonde e continue.

Il cuore di questo progetto, noto internamente come Project Omni, è la possibilità di realizzare chatbot personalizzabili tramite AI Studio, lo strumento messo a disposizione dalla stessa Meta. I nuovi bot non solo potranno rispondere ai messaggi, ma saranno in grado di "rompere il ghiaccio" e ricominciare una conversazione basandosi su interazioni passate. Questo sistema, supportato dalla collaborazione con la società Alignerr, punta a trasformare l'AI in un assistente proattivo, più simile a un compagno virtuale che a un semplice tool automatico.

Chatbot che ricordano e scrivono per primi

La mossa arriva in un contesto di crescente concorrenza nel mondo dell'AI conversazionale, dove startup come Character.AI stanno già offrendo bot che simulano personalità e interazioni molto realistiche. Ma Meta intende alzare l'asticella puntando sulla continuità delle relazioni digitali. Il problema che intende risolvere è quello dell'abbandono conversazionale: molti dialoghi, anche significativi, tendono a spegnersi per mancanza di tempo o attenzione. Con chatbot capaci di riattivare il filo del discorso, Meta vuole stimolare una comunicazione più frequente e personalizzata.

Meta AI Celebrity Chatbot
Meta AI Celebrity Chatbot

Il progetto, tuttavia, non ignora i potenziali rischi. I chatbot avranno limiti precisi: potranno inviare un solo messaggio di follow-up entro 14 giorni dal primo contatto e si fermeranno automaticamente se non riceveranno risposta. In questo modo l'utente resta al centro del controllo, scegliendo se e come interagire. Inoltre, sarà possibile decidere se mantenere privato il proprio bot o condividerlo pubblicamente nel profilo o nelle storie, aggiungendo così un livello di personalizzazione e visibilità.

Una risposta alla solitudine digitale

Secondo Meta, questa nuova frontiera dell'AI potrebbe rappresentare anche una risposta concreta al fenomeno della solitudine digitale. In un'epoca in cui l'iperconnessione non corrisponde sempre a relazioni autentiche, avere uno strumento capace di mantenere vivo il dialogo - anche solo virtuale - può essere un piccolo aiuto quotidiano. Mark Zuckerberg ha più volte sottolineato la necessità di contrastare l'isolamento sociale, e Project Omni potrebbe diventare un tassello chiave in questa missione, aiutando gli utenti a sentirsi meno soli e più coinvolti.

OpenAI sotto pressione: Altman concede una settimana di riposo, mentre Meta continua ad attrarre talenti OpenAI sotto pressione: Altman concede una settimana di riposo, mentre Meta continua ad attrarre talenti

Le implicazioni non si fermano al solo ambito umano. L'approccio proattivo dei chatbot potrebbe infatti rivelarsi particolarmente efficace anche in ambito customer service, community building e creator economy, dove mantenere attiva l'interazione con il pubblico è essenziale. Un assistente AI in grado di riaprire conversazioni lasciate in sospeso potrebbe rivelarsi un alleato prezioso per creator e aziende, migliorando la fidelizzazione degli utenti.