Negli ultimi anni, Meta ha investito miliardi di dollari per affinare i suoi sistemi di moderazione dei contenuti su Facebook e Instagram. Tuttavia, secondo Nick Clegg, presidente degli affari globali dell'azienda, questi sforzi non sono stati sufficienti a garantire un'adeguata precisione.
Durante una recente conferenza stampa, Clegg ha ammesso che i tassi di errore nella rimozione dei contenuti "sono ancora troppo alti", con conseguenze negative per la libertà di espressione degli utenti. "Troppo spesso contenuti innocui vengono rimossi o limitati", ha dichiarato Clegg, "e troppe persone vengono penalizzate ingiustamente".
La "cattiva" moderazione di Meta
Un esempio di cattiva moderazione, secondo Clegg, è stata la gestione dei contenuti relativi alla pandemia di COVID-19. Clegg ha riconosciuto che l'azienda potrebbe adottato un approccio eccessivamente aggressivo nella rimozione di post riguardanti il virus (influenzata anche dalle pressioni dell'amministrazione del presidente Biden, stando a recenti dichiarazioni del CEO, Mark Zuckerberg). "Con il senno di poi", ha ammesso Clegg, "sentiamo di aver esagerato un po'".
Le difficoltà di Meta nel moderare i contenuti sono emerse anche su Threads, la nuova piattaforma di microblogging dell'azienda. Negli ultimi mesi, Threads è stata afflitta da numerosi errori di rimozione, che hanno portato a lamentele da parte degli utenti.
A preoccupare è sono state anche le elezioni presidenziali statunitensi. Qualche tempo fa, l'Oversight Board di Meta, un organo indipendente che supervisiona le decisioni dell'azienda in materia di moderazione, aveva avvertito che gli errori di rimozione rischiavano di causare una "rimozione eccessiva di discorsi politici".
Clegg ha assicurato che Meta è impegnata a migliorare l'accuratezza dei suoi sistemi di moderazione. Le regole sui contenuti, ha affermato, sono "un documento vivo, in continua evoluzione". Tuttavia, al momento, l'azienda non ha ancora annunciato modifiche significative alle sue politiche.
Quando gli è stato chiesto da The Verge della cena di Zuckerberg con Trump della scorsa settimana, e se Meta avesse ancora intenzione di resistere alle pressioni del governo per moderare i contenuti, come Zuckerberg ha dichiarato al Comitato Giudiziario della Camera, Clegg ha evitato la domanda. "Non posso fornire un commento in tempo reale su conversazioni a cui non ho partecipato," ha detto, prima di precisare che "l'amministrazione è ancora in fase di formazione e l'inaugurazione non è ancora avvenuta, quindi le conversazioni in questa fase sono chiaramente piuttosto generali.
Secondo Clegg, però, Zuckerberg sarebbe "molto interessato a giocare un ruolo attivo nei dibattiti che qualsiasi amministrazione deve affrontare riguardo al mantenimento della leadership tecnologica dell'America, il che, ovviamente, è estremamente importante dato tutte le incertezze geostrategiche nel mondo, in particolare il ruolo centrale che l'intelligenza artificiale giocherà in questo scenario".
Voi che cosa ne pensate di queste parole? E ritenete che il cambio di presidente degli USA possa cambiare il modo di vivere i social? Diteci la vostra nei commenti qua sotto.