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Meta tenta di accaparrarsi i dipendenti di OpenAI con maxi offerte, ma senza risultati

Nonostante alcune offerte esorbitanti (oltre 100 milioni di dollari), il CEO di Meta non è riuscito nel suo intento.

NOTIZIA di Stefania Netti   —   18/06/2025
Sam Altman di OpenAI

Mark Zuckerberg avrebbe cercato di arricchire il suo team con ricercatori di IA di alto livello, adocchiando in particolare i dipendenti di OpenAI. A dichiararlo è stato proprio Sam Altman in un podcast con suo fratello Jack Altman. Nonostante alcune offerte esorbitanti (oltre 100 milioni di dollari), il CEO di Meta non è riuscito nel suo intento e Altman ne ha svelato i retroscena. Ecco tutti i dettagli in merito.

Offerte esorbitanti, senza risultato

"Meta ha iniziato a fare offerte gigantesche a molte persone della nostra squadra. Sai, tipo 100 milioni di dollari di bonus alla firma. Sono davvero felice che, almeno finora, nessuno dei nostri migliori lavoratori abbia deciso di accettare".

Pare che Meta abbia adocchiato in particolare Noam Brown, ricercatore di OpenAI, e Koray Kavukcuoglu, esperto di IA in Google. Secondo Altman, gli "attuali sforzi di Meta in materia di IA non hanno funzionato come speravano" e l'azienda non si distingue per l'innovazione.

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Ha poi sostenuto fortemente OpenAI e il suo successo e crede che sia proprio questo il motivo per cui i dipendenti hanno scelto di rifiutare l'offerta. Secondo lui, i dipendenti credono che OpenAI abbia maggiori possibilità di raggiungere l'AGI e diventare l'azienda di maggior valore in assoluto.

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Nel frattempo, Meta ha recentemente assunto Wang e ha investito in modo significativo in Scale AI, oltre ad aver acquisito ricercatori di IA come Jack Rae (DeepMind) e Johan Schalkwyk (Sesame AI).

OpenAI punta all’indipendenza

Intanto, la collaborazione tra Microsoft e OpenAI si sta incrinando sempre di più, con Altman che punta a un'indipendenza e sarebbe pronto a decisioni drastiche pur di arrivare a un accordo con il colosso di Redmond.

Il CEO di OpenAI pare infatti sia disposto a denunciare Microsoft per pratiche anticoncorrenziali; ve ne abbiamo parlato nel dettaglio in questo articolo.