Un nuovo sondaggio ha segnalato che la Gen Z (i nati tra il 1997 e il 2012) non è particolarmente interessata al metaverso e alla VR. Pochi possiedono degli headset e ancora meno hanno intenzione di acquistare un visore. Molti, però, si considerano dei "videogiocatori".
Secondo la ricerca di Piper Sandler, il 26% delle persone intervistate possiede un device VR, ma di queste solo il 5% lo usa quotidianamente, mentre il 48% afferma di usarlo "raramente". Inoltre, tra coloro che ancora non lo possiedono, solo il 9% è certo di volerne comprare uno.
Viene però indicato che il 68% degli intervistati si auto-identifica come "videogiocatore". Meta, la compagnia di Facebook e Instagram, potrebbe quindi cercare di spingere il proprio metaverso come prodotto videoludico, soprattutto tramite Horizon Worlds, che sta iniziando a fare dei test per permettere ai propri utenti di monetizzare creando e vendendo oggetti.
La situazione è "migliore" per quanto riguarda le criptovalute: l'87% delle persone ha affermato di averne sentito parlare e l'11% ha preso parte a delle transazioni. Oltre 7.000 persone da 44 Stati hanno preso parte a questa ricerca e l'età media era 16 anni.
Vi è poi una seconda ricerca (basata su 4.000 adulti) del Morning Consult, la quale mostra che metà dei Millenials (1980 - 1996) adulti e metà dei Gen Z adulti sono "un po' interessati" al metaverso, mentre un po' meno di metà sono interessati a Horizon Worlds e a Horizon Workroom, ovvero la piattaforma di business meeting in VR.
Bisogna comunque considerare che in queste ricerche i termini "metaverso" e "VR" sono spesso fusi, ma vi sono prodotti come Roblox e Fortnite che, pur senza essere in realtà virtuale, sono considerati dei metaversi. Il termine non è quindi sempre usato nel modo migliore.
Il metaverso non è inoltre solo un'idea videoludica o legata a media esclusivamente digitali: infatti, Sony e il Manchester City stanno costruendo uno stadio nel Metaverso.