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Microsoft acquisisce Activision Blizzard: davvero l’obiettivo è solo arricchire il Game Pass?

L'acquisizione di Activision Blizzard è enorme e non va minimizzata pensando che l'unico obiettivo di Microsoft sia quello di potenziare il Game Pass.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   19/01/2022

Come tutti saprete, ieri Microsoft ha annunciato l'acquisizione di Activision Blizzard. Il processo in realtà è appena iniziato, nel senso che le due parti hanno trovato l'accordo e ora si devono esprimere gli organi competenti, che devono valutare il rischio di monopolio. Molti danno per certo che andrà tutto a buon fine, ma l'intero procedimento non è così scontato come sembra.

Comunque sia, tagliamo la testa al toro e partiamo considerando che alla fine l'affare si faccia. Quindi chiediamoci se un acquisizione da circa settanta miliardi di dollari possa essere finalizzata solo al potenziamento di un singolo servizio, l'Xbox Game Pass, o se nasconda un piano ben più ambizioso da parte della casa di Redmond, che è quello di entrare di peso in ogni possibile settore dell'industria videoludica, soprattutto quelli da cui finora è sembrata più lontana.

Sinceramente, ridurre questo affare all'ennesimo patetico scontro Xbox contro PlayStation è di una miseria incredibile e dimostra che la parte dei videogiocatori che segue l'industria tradizionale non ha ancora capito gli spostamenti del mercato avvenuti negli ultimi anni, accecata com'è dal sogno di essere ancora centrale nelle strategie globali dei grandi editori. Pensare che un simile investimento serva per vendere qualche Xbox in più o qualche abbonamento in più è semplicemente riduttivo, perché Microsoft poteva ottenere risultati simili spendendo molto meno. Quindi, se si mantiene l'ottica di guardare solo al proprio orticello si rischia di perdere il quadro generale, che di suo è già vastissimo e difficile da cogliere.

Con Activision Blizzard, Microsoft assume un ruolo chiave in due mercati determinanti, in cui finora ha arrancato un po': quello mobile e quello dei live service. Molti pensano che la casa di Redmond rivoluzionerà Activision. Probabile che cambiare molte cose, soprattutto a livello dirigenziale, ma a livello produttivo potrebbe toccare poco o nulla, soprattutto all'inizio, così da evitare di rompere macchine produttive ben oliate come quella dietro al franchise Call of Duty o quella di King. In particolare quest'ultima porta un valore aggiunto che molti non hanno considerato nei loro discorsi e che invece è centrale per capire tutta l'operazione: un gigantesco archivio di dati legati ai suoi giochi, che non sono soltanto dati personali degli utenti, ma anche tutte le metriche elaborate nel corso degli anni di presenza sul mercato mobile, che hanno permesso la rifinitura dei suoi giochi dal punto di vista psicologico e funzionale, a livelli che molti tripla A semplicemente si sognano. Quei dati sono preziosissimi e sono uno degli scogli principali che un qualsiasi studio di sviluppo deve superare per lanciarsi sul mercato mobile.

Parliamo delle informazioni raccolte dalle partite di centinaia di milioni di persone di cui sono stati studiati accuratamente i comportamenti in gioco e quelli di spesa; un vero e proprio patrimonio che va oltre i ricavi annui, comunque importantissimi e superiori a quelli della maggior parte dei tripla A, di titoli come Candy Crush Saga o, guardando a un altro gioco mobile di Activision, Call of Duty Mobile (quest'ultimo scaricato da più di duecento milioni di persone tra versioni Android e iOS).

Un discorso simile si può fare con Call of Duty: Warzone, che non è importante solo per il successo che ha ottenuto in sé, ma anche perché dà l'accesso ai dati di gioco di una comunità amplissima. Davvero, se Microsoft avesse voluto solo Call of Duty o Overwatch sul Game Pass, avrebbe pagato Activision Blizzard solo per quelli e non avrebbe certo speso una cifra simile. Naturalmente poter dare forza al suo servizio in abbonamento è un plus. Anzi, consideriamolo pure un elemento tra i più importanti, ma allo stesso tempo non si può non considerare che il vero fulcro dell'operazione sembra essere la possibilità per la casa di Redmond di entrare nei nuovi, o relativamente nuovi mercati senza dover partire da zero, così da poter guardare a quelli nascenti da una posizione di enorme vantaggio rispetto a tutti quei concorrenti che devono invece fondare i loro settori.

Poi oh, chi scrive spera che Spencer avalli un remake tripla A di H.E.R.O. e il rilancio di tutte le serie principali di Sierra. Ma questa, come si suol dire, è un'altra storia.