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Microsoft invoca scelte etiche sul riconoscimento facciale

Il presidente di Microsoft, Brad Smith, ha tenuto un interessante discorso all'Università di Stanford. Tra gli argomenti trattati anche quello dell'IA applicata all'individuazione dei volti.

NOTIZIA di Davide Spotti   —   17/04/2019

Quello delle tecnologie di riconoscimento facciale basate sull'intelligenza artificiale è un tema molto dibattuto e d'attualità, soprattutto per ciò che riguarda implicazioni etiche e sociali quando queste tecnologie vengono utilizzate dai governi o dalle forze dell'ordine.

Proprio in questi giorni l'argomento è stato oggetto di discussione da parte degli investitori di Amazon, ma anche Microsoft ha recentemente esortato ad aver un approccio etico alla materia, nello specifico con leggi apposite che permettano di sfruttare gli evidenti vantaggi pratici senza impatti negativi sui diritti civili dei cittadini.

Nel corso di un discorso tenuto presso l'università di Stanford, il presidente di Microsoft, Brad Smith, ha parlato di un caso in cui l'azienda si è rifiutata di vendere la propria tecnologia a un'agenzia governativa californiana, il cui nome non è stato svelato. In questo caso l'intenzione era quella di scansionare il volto di ogni persona fermata ai posti di blocco.

Microsoft si è opposta per un semplice motivo: l'IA è più efficace sui volti dei maschi bianchi, mentre per le donne e le minoranze etniche ci sarebbero in concreto rischi di disparità e trattamenti iniqui. In un'altra situazione la casa di Redmond si è rifiutata di vendere la tecnologia a uno stato straniero che intendeva utilizzarla per tutte le videocamere di sorveglianza della sua capitale. In questo caso il riconoscimento del volto sarebbe potuto diventare uno strumento di repressione, finendo per limitare alcune forme di libertà.