Il 2 luglio, poche ore dopo che centinaia di dipendenti Microsoft venivano licenziati nel comparto gaming, il team ID@Xbox ha inviato un'email confidenziale ai partner invitandoli a un AI Roundtable a Gamescom 2025. L'obiettivo? Raccogliere feedback su come rendere più efficiente lo sviluppo di videogiochi usando l'intelligenza artificiale.
Il tempismo è stato disastroso: mentre Microsoft continua a investire oltre 80 miliardi di dollari nell'infrastruttura IA, progetti e team interni vengono ridimensionati o eliminati. Tra gli studi colpiti figurano nomi di peso come Blizzard US, Turn 10 (Forza Motorsport), King (Candy Crush) e Bethesda.
La comunicazione, condivisa pubblicamente da Brandon Sheffield (Necrosoft), ha sollevato polemiche: come possono i team partecipare con entusiasmo a un confronto sull'IA mentre i loro colleghi perdono il lavoro a migliaia? Il sospetto diffuso è che l'automazione tramite IA serva a giustificare i tagli, rendendo più snella (e meno umana) la produzione di giochi.
La community videoludica ha già mostrato una forte ostilità verso l'uso dell'IA nei videogiochi, percepita come una minaccia alla creatività, all'occupazione e all'identità stessa del medium. In questo contesto, l'adozione frettolosa dell'intelligenza artificiale da parte di Xbox viene vista come un segnale di disconnessione tra dirigenza e pubblico. Nel frattempo, però, aziende come EA stanno già sperimentando testi, dialoghi e asset grafici generati automaticamente. L'obiettivo? Tagliare costi, aumentare la produttività e compiacere gli investitori.
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