Diversi casi strani stanno emergendo dai paesi dell'Asia in cui il nuovo PlayStation Plus è stato lanciato oggi, in particolare per quanto riguarda la gestione dell'upgrade del servizio dal vecchio PlayStation Plus ai nuovi tier, con molti casi di utenti che si sono ritrovati a dover pagare più del normale perché Sony pare voglia recuperare la differenza di prezzo con le card acquistate a sconto.
È una situazione ancora tutta da chiarire ma in questo momento ha già generato un'accesa discussione sul forum ResetEra a questo indirizzo, dove vengono riportate anche numerose testimonianze di utenti asiatici con screenshot relativi. La cosa riguarda coloro che hanno effettuato un accumulo di card prepagate per PlayStation Plus acquistandole direttamente dal PlayStation Store, nel caso in cui siano state comprate sfruttando degli sconti ufficiali (come quelli dei Days of Play).
In pratica, emergono due differenti problemi: il primo, a dire il vero totalmente prevedibile in base anche alle FAQ ufficiali, è che il sistema di upgrade dev'essere applicato automaticamente a tutto il periodo rimanente dell'abbonamento attivo: questo significa che se si sono accumulati anni di PlayStation Plus pensando a un guadagno cumulativo nell'acquisto di card prepagate a sconto, si deve comunque effettuare l'upgrade per tutto il periodo rimanente.
Visto che la "tassa" per passare al nuovo tier non è unica (come il celebre euro per trasformare Xbox Live Gold in Xbox Game Pass, per esempio) ma cresce in base alla quantità di mesi di abbonamento dobbiamo convertire, in certi casi sono emerse cifre alquanto sconvolgenti per poter passare a uno dei nuovi tier superiori di PlayStation Plus.
L'altro problema è quello che risulta più strano e che potrebbe risultare da un errore di sistema, forse correggibile da Sony: sembra che il sistema riconosca l'uso di card prepagate acquistate a sconto, nel caso in cui queste siano state comprate direttamente su PlayStation Store. Il costo dell'upgrade al nuovo tier di PlayStation Plus (come il Deluxe/Premium), allora, calcolerebbe non solo la differenza tra i due tipi di abbonamenti, ma ci aggiungerebbe anche la differenza di prezzo causata dallo sconto, che andrebbe dunque ripagata. Si tratta di una soluzione veramente strana e decisamente anti-consumatore nel caso in cui venisse confermata, ma terremo d'occhio la questione.