Ha colto un po' tutti di sorpresa la notizia dell'uscita di scena improvvisa di Brendan Iribe, co-fondatore di Oculus, che ha deciso di abbandonare Facebook e la sua compagnia lasciando dunque la guida del progetto Oculus Rift 2. Inizialmente sono circolate informazioni sulla cancellazione totale del progetto Rift 2, che sarebbe stata alla base della decisione di Iribe di mollare completamente il suo ruolo, tuttavia Facebook ha poi diffuso una correzione al primo report di TechCrunch, sostenendo che c'è comunque un successore di Oculus Rift in programma, sebbene non venga identificato precisamente come Oculus Rift 2, almeno per il momento. La notizia, inizialmente, parlava di una insanabile divergenza di vedute emersa tra i management di Facebook e lo stesso Iribe, riguardante in particolare la progettazione del secondo modello ufficiale del visore a realtà virtuale, in seguito alla manifesta volontà della compagnia di ridurre i costi e dunque la potenza dell'hardware da impiegare sullo strumento.
Tutto questo faceva pensare a un cambio di rotta da parte di Facebook, che poteva avere intenzione di puntare soprattutto sul nuovo modello di visore standalone Oculus Quest, il quale ha effettivamente un potenziale notevole sul mercato di massa. La precisazione giunta in seguito da parte della compagnia sembra escludere questa ipotesi, sebbene i comunicati ufficiali in questi tendano sempre a minimizzare l'accaduto. Tuttavia, vi si legge chiaramente l'intenzione ribadita di "pianificare una versione futura del Rift" e che questa dovrebbe comunque mantenere l'impostazione tipica della periferica, ovvero un visore da collegare al PC e dunque destinato ad utenti più esperti, dotati di un equipaggiamento che può essere particolarmente potente e rappresentando dunque una soluzione high-end nella linea di prodotti a realtà virtuale Oculus. Insomma, allarma rientrato? È probabile che il progetto Rift 2 vada avanti, ma è possibile che subisca delle variazioni, d'altra parte l'uscita di scena improvvisa di una persona che ha un ruolo chiave nella sua progettazione è alquanto sospetta e solitamente genera delle conseguenze.
In generale, quando una compagnia colossale come Facebook si immette in un progetto che era stato portato avanti con passione da un gruppo di ambiziosi sviluppatori partiti praticamente dal nulla, qualcosa si incrina sempre a causa di una enorme discrepanza di vedute e obiettivi da parte delle due parti, ma speriamo che questa possa comunque portare a un'evoluzione sostanziale dell'esperienza originale di Oculus Rift, quella collegata al PC e dalle alte specifiche hardware. È pur vero, tuttavia, che anche gli analisti sono piuttosto concordi nel vedere in Oculus Quest il vero ariete in grado di sfondare finalmente sul mercato di massa: la libertà data dall'assenza di fili e di complicazioni derivanti dal doversi interfacciare con PC e sensori esterni è considerata da molti come la chiave per la conquista del pubblico allargato, unita magari a un prezzo complessivo finalmente contenuto. Una recente analisi del gruppo SuperData ha riferito che, grazie a questo nuovo modello, la realtà virtuale potrebbe finalmente imporsi sul mercato a partire dal 2019, realizzando finalmente quella visione di conquista che un tempo si prevedeva per il 2015 e che nel frattempo ha lasciato spazio a parecchia delusione e sfiducia in questa tecnologia.
È anche vero che continuare a considerare l'esperienza VR fallimentare è profondamente ingiusto, perché a questo punto i vari visori sono in grado di offrire esperienze davvero interessanti, come hanno dimostrato di recente Lone Echo e in particolare Astro Bot su PlayStation VR, che potrebbe essere considerata forse la prima vera e propria killer application per la realtà virtuale, dunque qualcosa si sta decisamente muovendo in questo senso. Resta il dubbio su una possibile diffusione ampia in ambito console, considerando che gli altri produttori in gioco non sembrano affatto interessati a tale tecnologia, ma è probabile che ci sia ancora un po' da aspettare. A questo punto, però, la nuova generazione di visori tra Oculus Rift 2, HTC Vive Pro e probabile evoluzione di PlayStation VR dovrebbe dimostrare davvero di cosa è in grado questa tecnologia in ambito videoludico. C'è da fare in fretta, però, considerando che, sempre secondo la suddetta analisi di SuperData, l'innamoramento del grande pubblico per la VR potrebbe durare molto poco, con la realtà aumentata destinata a soppiantarla nel giro di breve tempo.