PlayStation 1 ha più di 30 anni (fu lanciata nel 1994) e Sony non offre più da tempo supporto tecnico per ripararla. È normale che sia così e l'abbandono da parte del produttore fa parte del ciclo di vita di ogni console. PlayStation 1 è anche una console amatissima in ambito retrogaming, visto che per molti ha rappresentato la prima macchina da gioco. Tanti continuano a usarla, ma come fare in caso di rottura delle componenti fondamentali?
A risolvere il problema arriva l'ingegnere Lornetio Brodesco con la sua nsOne (che sta per "Not Sony's One"), una scheda madre personalizzata per PlayStation 1, che si inserisce nella scocca del modello originale (quindi non in PS One) e su cui si possono montare i chip originali della console.
Ritorno alla vita
Brodesco ha chiarito che non si tratta dello stesso FPGA (Field Programmable Gate Array, ossia un circuito integrato che può essere configurato e riconfigurato dopo la produzione per svolgere diverse funzioni logiche) che userà l'Analogue 3D.
Si tratta, invece, di un progetto di ingegneria inversa: una scheda elettronica che si integra con tutti i componenti della PS1 originale.
Il nome "Not Sony's One" vuole sottolineare come la motherboard miri a risolvere un problema che Sony non ha alcun interesse a risolvere. Brodesco ha passato mesi a studiare la struttura della scheda madre originale, dopo aver constatato che la documentazione ufficiale era incompleta, quando non proprio introvabile. nsOne è stata oggetto anche di una campagna Kickstarter, che ha fatto raccogliere all'ingegnere poco meno di 6.000 euro. Stando ai numerosi aggiornamenti pubblicati da Brodesco per i backer, nsOne è attualmente in produzione.