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Pokémon Spada e Scudo: 2 leaker dovranno pagare 300mila dollari a Pokémon Company

Dopo lunghe indagini e un'altrettanto complessa udienza, due leaker di Pokémon Spada e Scudo saranno costretti a pagare 300mila dollari a Pokémon Company.

NOTIZIA di Luca Forte   —   23/06/2021

Forse lo ricorderete, ma prima dell'uscita di Pokémon Spada e Pokémon Scudo trapelarono su internet delle immagini della guida ufficiale. Si trattò di una fuga di informazioni piuttosto "canonica" per gli standard di questa industria, basti pensare a quello che succede a Ubisoft a ogni E3, ma non per Nintendo e The Pokémon Company. Le due compagnie, infatti, si sono messe immediatamente alla ricerca dei responsabili e, dopo averli trovati, ha chiesto loro i danni. David Maisonave e Bryan Cruz, i due leaker, adesso devono risarcire con 150mila dollari l'uno l'azienda, oltre che pagare le salatissime spese legali.

Per trovare le prove e i responsabili dei leak, celati dietro username e sistemi di sicurezza vari di Discord, Reddit e 4chan, l'azienda ha assunto dei veri e propri esperti che hanno confrontato i dati d'accesso dei leaker coi movimenti delle poche persone che hanno accesso alle stanze dove è contenuta la guida del gioco.

Sembra, infatti, che The Pokémon Company tenga rinchiuse le sue guide in stanza nelle quali è consentito l'accesso solo a personale controllato e, ovviamente, senza telefoni. Evidentemente, però, David Maisonave, un impiegato della casa editrice, ha capito come aggirare i controlli ed è riuscito ad introdurre una macchina fotografica in queste stanze. Poi con l'aiuto del suo amici Bryan Cruz ha messo tutto online.

Una scena di Pokémon Spada e Scudo
Una scena di Pokémon Spada e Scudo

Dopo che i detective di TPCi sono risaliti ai colpevoli, i due sono stati costretti ad ammettere le loro colpe e patteggiare con la compagnia. 150mila dollari a testa più le spese legali che, vedendo i metodi utilizzati per scovarli, devono essere costate più dell'ammenda.

Una cifra che potrebbe rovinare la vita a molti, ma che, una volta di più, dimostra come Nintendo e The Pokémon Company difendano strenuamente le proprie proprietà intellettuali.