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Possibile che Resident Evil 9 sia destinato ad essere l'unico gioco horror tripla A nuovo nei prossimi anni?

Con la rivelazione di Glen Schofield, che ha spiegato come EA abbia rifiutato l'idea di un Dead Space 4, si conferma il fatto che gli horror tripla A non possono andare avanti.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   23/12/2024
Un'immagine del remake di Dead Space

Sebbene sembri sempre essere uno dei generi in grado di attirare maggiore interesse, sembra proprio che non ci sia la possibilità per alcun horror videoludico di potersi permettere una nuova produzione tripla A di grosso calibro, per quanto riguarda nuove proprietà intellettuali o nuovi capitoli di serie affermate. Questo a meno che non ci si chiami Resident Evil, perché a quanto pare la serie Capcom va avanti per regole tutte sue e riesce comunque a ottenere un successo che tutti gli altri possono solo sognare, nonostante degli investimenti notevoli nello sviluppo da parte della compagnia. Per il resto, tutto quello in cui si può sperare sono remake e remaster, almeno per quanto riguarda le produzioni di grosso calibro, cosa che comunque rappresenta ormai solo una parte sempre più esigua del panorama videoludico globale.

L'ultima conferma di questa tendenza è arrivata con una videointervista a Glen Schofield, Bret Robbins e Christopher Stone, ovvero tre degli autori principali della serie Dead Space presso Visceral Games, i quali hanno raccontato come la loro proposta della creazione di un Dead Space 4 sia stata cordialmente ma nettamente rifiutata da Electronic Arts, quando questa è stata presentata al publisher. D'altra parte, non è proprio una risposta incomprensibile: il remake del primo Dead Space, nonostante sia stato celebrato dalla critica e apprezzatissimo dagli appassionati dell'originale e dei giochi horror, sembra abbia venduto al di sotto delle aspettative e aveva sicuramente un budget minore rispetto a quello che sarebbe necessario per un capitolo completamente nuovo. Inoltre, i tre autori arrivavano proprio da un altro fallimento commerciale come The Callisto Protocol, che ha dimostrato ancora una volta come sia difficilissimo riuscire a far quadrare i conti con i giochi grossi di questo tipo.

Situazione opposta sul fronte degli indie

Proprio di recente abbiamo assistito a un caso simile: Silent Hill 2 è emerso come un titolo decisamente ben fatto da Bloober Team, ancora in attesa di capire precisamente come si sia comportato sul mercato anche rispetto agli investimenti di Konami.

Silent Hill 2 è solo un altro remake
Silent Hill 2 è solo un altro remake

Ma anche in questo caso si tratta di un altro remake, l'ennesimo di una generazione che fin qui sembra voler sfruttare i grandi avanzamenti tecnologici soprattutto per continuare a rivangare il passato. In tutto questo, l'unica serie horror che riesce ad andare avanti con ottimi risultati anche in termini economici sembra essere Resident Evil, altro elemento vincente di una Capcom che da un po' di tempo pare sbagliare davvero pochissimo. Troppa la celebrità ormai accumulata dal franchise, o forse anche la grande ottimizzazione del lavoro raggiunta dai team con l'uso del motore proprietario RE Engine, ma Resident Evil 9 sembra essere l'unico nuovo capitolo che possiamo sicuramente aspettarci nel prossimo futuro sul fronte videoludico.

C'è però da rilevare una tendenza interessante: a fronte di questa situazione stagnante nell'ambito delle grandi produzioni, l'horror continua ad essere una forza motrice devastante per quanto riguarda le nuove idee, attraverso una miriade di piccole e medie produzioni indie o simili che si rifanno a questo genere per proporre giochi anche molto originali e in certi casi con grande successo. Fa un po' parte della natura stessa del genere nell'intrattenimento, ovvero il fatto di dedicarsi soprattutto a una nicchia di pubblico, ma nei videogiochi ha avuto momenti di enorme popolarità, che evidentemente non sono più in grado di ripetersi nell'epoca attuale. A meno che non vi siano cambiamenti in vista nel gusto, possiamo dunque aspettarci che l'horror continui a rappresentare una sorta di avanguardia videoludica, salvo ogni tanto ripercorrere i fasti del passato con qualche remake. A meno che non ci si chiami Resident Evil.

Questo è un editoriale scritto da un membro della redazione e non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.