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Pubblicità dei videogiochi anni '90/'00: raccolta mostra quanto fossero sessualizzate e imbarazzanti

Una raccolta di pubblicità dei videogiochi degli anni 90 / 2000 mostra quanto fossero sessualizzate e assolutamente folli, oltre che imbarazzanti.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   10/02/2022
Una pubblicità degli anni '90, voi capite cosa si doveva fare nel gioco?
Una pubblicità degli anni '90, voi capite cosa si doveva fare nel gioco?

Recentemente sul forum Reset Era alcuni utenti hanno iniziato a raccogliere delle pubblicità dei videogiochi degli anni 90 e 2000 che si potevano trovare stampate sulle più note riviste di settore. Come facilmente notabile anche senza essere un conoscitore della materia, molte era fortemente sessualizzate e, in molti casi, decisamente imbarazzanti, per quanto siano un interessante documento storico (con il senno di poi).

Alcune pubblicità di Sega e Nintendo in particolare erano decisamente esplicite, come ad esempio quella del Game Boy Advance, in cui un ragazzo e una ragazza apparivano nudi in un letto sfatto con lo slogan che recitava: "La seconda miglior cosa che si può fare al buio." Ancora più esplicita una pubblicità precedente del Game Boy, in cui appariva una ragazza vestita con lingerie sexy legata a un letto, che guardava inorridita il suo compagno mentre giocava con la console portatile. Lo slogan era " Il nuovo Game Boy pocket - Una forte distrazione."

Un'altra pubblicità, in questo caso di Tomb Raider III, mostrava una ragazza bionda vestita da Lara Croft che entrava in una camera da letto ammiccando al suo ragazzo, visibile semi nudo e allupato in uno specchio. "Sicuro che vuoi che indossi questi abiti?", recitava lo slogan.

Gli esempi fattibili sono comunque molti altri, tra donne mezze nude insoddisfatte perché il loro uomo gioca con una console invece di fare sesso con loro, ragazze sexy che pescano pesci giganti sotto lo slogan: "Le dimensioni contano" e console che vengono fatte accoppiare sotto lo sguardo esterrefatto di un ragazzino, con tanto di slogan "Oh sì, più veloce, più veloce!". Chissà perché oggigiorno pubblicità simili non vengono più fatte...