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PUBG, sedicenne si suicida perché non può più giocarci

Brutta storia quella che arriva dall'India, dove un sedicenne si è suicidato perché gli è stato imposto di non giocare più a PUBG.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   08/04/2019

Un ragazzo di sedici anni si è suicidato perché gli è stato imposto di non giocare più a PUBG, per il quale evidentemente aveva sviluppato una forte dipendenza. Siamo a Hyderabad, una regione dell'India del sud, e questa non è la prima volta che a PUBG viene imputata la colpa di alcune morti. Del resto stiamo parlando di un titolo popolarissimo in tutta l'Asia, dove conta più di 30 milioni di giocatori attivi al giorno.

Stando a quanto riportato dai giornali locali, il ragazzo giocava a PUBG in modo compulsivo invece di dedicarsi ai suoi studi e ad altre attività. È stata la madre infine a sgridarlo, imponendogli di staccarsi dal gioco per preparare un esame d'inglese. Evidentemente lui non l'ha presa bene e ha finito per togliersi la vita. Ora suo padre chiede che PUBG venga bandito dall'India. Il caso ha avuto una risonanza tale da aver generato un grosso dibattito per tutta la nazione.

In alcune regioni dell'India PUBG è già inaccessibile, con la polizia che arresta chi ci gioca, mentre altre si stanno adeguando. Secondo molti giochi del genere, come anche Fornite, sono creati appositamente per creare dipendenzain chi ci gioca così da spingere ad acquistare oggetti in gioco con soldi veri. L'India del resto non è il primo paese a prendere provvedimenti contro free-to-play e affini. Il governo cinese ha già imposto dei limiti ai produttori, compresi quelli di PUBG, permettendo l'accesso a questi giochi solo dopo i 13 anni di età.