La scorsa settimana Ubisoft ha annunciato delle modifiche estetiche ad alcune mappe e all'interfaccia utente di Rainbow Six Siege per poterlo lanciare in Cina senza incorrere in censure. Il problema è che le modifiche non sono state applicate solo localmente, ma globalmente. Molti giocatori non l'hanno presa bene e hanno accusato Ubisoft di essere compiacente verso una dittatura. Quindi hanno iniziato a bombardare il gioco di recensioni negative su Steam per far conoscere al mondo il loro disappunto. Nel giro di poche ore ne sono state pubblicate più di 1.500.
La maggior parte delle proteste arriva dal subreddit di Rainbow Six Siege, dove i delusi si sono organizzati e sono partiti all'attacco. Ovviamente le recensione negative parlano tutte delle modifiche operate per soddisfare la legislazione cinese, con alcune che sono decisamente accalorate contro il publisher francese.
Insomma, una buona battaglia per la democrazia combattuta a colpi di recensioni su Steam? A uno sguardo superficiale potrebbe apparire così, ma a ragionarci bene Rainbow Six Siege non è il primo gioco che viene addomesticato per il mercato cinese e a dirla tutta non è nemmeno quello che ha subito le modifiche più radicali. Del resto, come fatto notare da molti, quelli che protestano contro la Cina hanno mai fatto caso a dove vengono prodotti la maggior parte degli apparecchi tecnologici che utilizzano? Meglio non farglielo sapere, sennò inizierebbero a vivere come eremiti per amore della democrazia.