Resident Evil 2 compie un anno, e per l'occasione gli sviluppatori del remake hanno condiviso alcune storie e retroscena sulla realizzazione del gioco.
"Ci sono sempre stati molti fan che ci chiedevano di creare un remake di Resident Evil 2", ha detto il producer Yoshiaki Hirabayashi. "Ci abbiamo pensato diverse volte nel corso degli anni, ma non era semplice realizzare un progetto che fosse all'altezza dell'originale."
"Finalmente, dopo un po' di tempo, ci sembrava che fosse il momento giusto per ridiscutere del progetto e stavolta eravamo pronti a cominciare lo svilupo. Alcuni utenti magari si ricordano di come abbiamo annunciato la cosa sui social media nell'agosto del 2015, con un eloquente 'lo facciamo', perché eravamo entusiasti di poter confermare che il gioco era in lavorazione."
Quand'è che il team ha capito che il nuovo design avrebbe funzionato? "Per me è stato quando abbiamo avuto per la prima volta la grafica e il gameplay degli zombie che funzionavano in tandem ed era possibile provare a sparare ai nemici, facendogli saltare dei pezzi a seconda della zona colpita", ha spiegato il director Kazunori Kadoi. "Era fantastico e non diventava mai noioso, a prescindere da quanto lo si faceva: mi ha fatto capire che il gioco aveva davvero qualcosa di speciale."
E la più grande sfida del remake? "Visto che si tratta di un remake e il gioco originale aveva tantissimi fan in tutto il mondo, la sfida più grande è stata cercare di non tradire le loro aspettative ma al contempo provare a rendere il gioco fresco. Bilanciare questi aspetti non è stato semplice e ha richiesto molte decisioni difficili", ha concluso Kadoi.